Su SPID si è già scritto tanto e forse anche troppo. Sgomberiamo il campo da falsità e incomprensioni.

Nel 1964 Umberto Eco pubblicava un suo famoso saggio, “Apocalittici e integrati”, in cui contrapponeva due atteggiamenti divergenti assunti dagli intellettuali nei confronti della cultura di massa, i cui prodotti venivano demonizzati da alcuni ed elogiati da altri.

50 anni dopo la battaglia si è spostata sul web ed ha coinvolto alcune delle più innovative soluzioni in ambito digitale, tra cui il nuovo Sistema Pubblico per la Gestione dell’Identità Digitale (SPID). Sin dal suo esordio SPID ha trovato infatti sostenitori e detrattori e ha dato vita ad una animata polemica che non ha mancato di toccare temi importanti tra cui privacy e trattamento dei dati personali. Non sono però mancati fraintendimenti e incomprensioni riguardo la natura e le caratteristiche di SPID. Vediamo perciò di porvi riparo e comprendere meglio ciò di cui parliamo.

SPID, PRIVACY E PROFILAZIONE UTENTI

Privacy

Tra i temi riguardanti SPID, uno dei più discussi sul web è stato quello che coinvolge privacy e trattamento dei dati personali degli utenti. Secondo alcuni tra i detrattori del nuovo sistema, SPID sarebbe organizzato in modo da coinvolgere i gestori di Identità Digitale in ogni singola autenticazione. I gestori sarebbero così in grado di venire a conoscenza di quali servizi sono utilizzati dagli utenti, quando e come, con una profilazione addirittura superiore a quella dei social network e motori di ricerca oggi più utilizzati.

Ci sembra già abbastanza ardito pensare che il Governo abbia deciso di dar vita ad un così complesso e raffinato strumento, in grado di raccogliere e conservare una mole smisurata di dati personali e sensibili su ogni aspetto della vita dei cittadini (dalla salute, alla condizione economica, allo stato di famiglia…), solo per affidarne la realizzazione e gestione a soggetti privati. In ogni caso è la legge a stabilire che gli Identity Provider non possono utilizzare i dati personali dell’utente né cederli a terze parti senza autorizzazione da parte dell’utente stesso.

Sia AgID che il Garante per la Privacy vigilano sul rispetto delle norme, tanto da parte degli Identity Provider, quanto da parte di Pubbliche Amministrazioni e privati che offrono l’accesso con SPID ai propri servizi. Inoltre, ad oggi, tutti i costi di sviluppo e progettazione di SPID sono stati interamente sostenuti da InfoCert e dagli altri gestori di identità digitale, senza pesare nemmeno per 1€ sulle tasche dei cittadini.

ALTRI FRAINTENDIMENTI SU SPID ED ERRORI DA EVITARE

“Alcuni dicono che SPID per due anni sarà gratis, ma solo abbonandosi a qualcosa dai provider di identità, il che poi probabilmente a sua volta non sarà gratis”

gratis

Per quanto ci riguarda: InfoCert ID, la soluzione di InfoCert con cui è già possibile autenticarsi ai servizi SPID di livello 1 e di livello 2, sarà gratis per due anni per tutti gli utenti che hanno attivato o attiveranno il proprio account entro il 31/12/2016. Alla fine del periodo gratuito sarà possibile scegliere di rinnovare o meno il servizio senza alcun vincolo. Per ottenere InfoCert ID non è quindi necessario abbonarsi a nulla.

“Il sistema mi sembra assai pericoloso. Mai mettere tutte le uova nello stesso paniere. Se si ha un’unica password e copia di questa sarà nelle memorie dei 300 o più servizi per poter identificare l’utente, sarebbe facile per un funzionario disonesto accedervi e fare di tutto in rete sostituendosi all’utente”

password sicura

Il sistema non è pericoloso perché non è così che funziona. Le credenziali utilizzate dai cittadini per accedere ai servizi (user id e password) risiederanno sempre presso il proprio gestore di identità digitale e non saranno note ai singoli fornitori di servizi, a cui sarà possibile accedere attraverso meccanismi di “trust” tra gestore dell’identità e fornitore del servizio. Inoltre, come spiegato nel nostro articolo “Accedere ai servizi online con SPID sarà davvero sicuro?”, non per tutti i servizi SPID user id e password sono sufficienti.

“Io direi di aspettare e vedere poi se SPID funziona oppure è l’ennesimo tentativo non riuscito di modernizzare questo paese”

digital trust

Lo abbiamo già affermato e lo ribadiamo, SPID non è che uno strumento e i benefici che riusciremo a trarne dipenderanno da quanto e come sapremo utilizzarlo. Non dobbiamo attendere il cambiamento, ma essere autori del cambiamento. l’innovazione deve partire da ognuno di noi con l’adozione di nuovi strumenti in grado di garantire maggiore semplicità, praticità e sicurezza a innumerevoli aspetti della nostra vita e del nostro lavoro.

20 aprile 2016