Difficile non aver mai sentito parlare di tecnologia Blockchain. Tra le innovazioni tecnologiche digitali è una di quelle guardate con maggiori aspettative e al contempo con grande sospetto.

Sarà forse colpa del fatto che è spesso associata alle criptovalute: un settore considerato pieno di insidie.

In questa guida ci prefiggiamo di fare luce su perché la Blockchain può funzionare (e in parte già lo fa) in diversi settori della vita economica e produttiva reale, facendo focus sulle opportunità e sui vantaggi per il business e più in generale per la società.

Blockchain cos’è e come funziona

Per iniziare, cominciamo con la definizione del significato di Blockchain (letteralmente “catena di blocchi”): si tratta di una rete informatica costituita da nodi che gestiscono e aggiornano un registro di dati e di informazioni, il libro mastro o ledger.

La dirompente novità di tale tecnologia sta nell’implementazione del processo che viene attuato in modalità condivisa, open e distribuita, senza il bisogno di un ente terzo o super partes per il controllo e la verifica.

Semplificando al massimo, la Blockchain funziona così: il ledger è composto da una serie di blocchi incatenati che contengono le informazioni (per esempio le transazioni) e il consenso è distribuito sui nodi della rete. Tutti i nodi partecipano al processo di validazione delle transazioni da includere nel registro e dei nuovi blocchi da aggiungere.

La tecnologia Blockchain come descritta rientra nella categoria di tecnologie Distributed Ledger: sistemi basati su un registro distribuito, che può essere letto e modificato da più nodi di una rete. Le tecnologie Distributed Ledger si connotano per la diversa struttura del registro e per le modalità con cui si raggiunge il consenso.

I 6 pilastri della Blockchain

A prescindere dalle differenze delle singole tecnologie, si possono individuare alcune caratteristiche comuni che potremmo definire come i pilastri della Blockchain:

  • Decentralizzazione: le informazioni registrate sono distribuite tra più nodi rendendo il sistema resiliente e garantendo più alti livelli di sicurezza informatica.
  • Disintermediazione: le reti gestiscono in autonomia le transazioni digitali, senza la presenza di intermediari, come ad esempio enti centrali bancari o governativi.
  • Tracciabilità: ogni elemento sul ledger è tracciabile in ogni sua componente e si può risalire all’esatta provenienza.
  • Trasparenza: il registro delle transazioni è consultabile e verificabile a tutti.
  • Immutabilità: i dati scritti sul registro non possono essere modificati senza il consenso della rete.
  • Programmabilità: certe azioni possono essere effettuate automaticamente al verificarsi di determinate condizioni.

All’inizio fu il Bitcoin

Impossibile affrontare l’argomento Blockchain senza un rapido cenno al mondo Bitcoin e criptovalute. I due elementi, tecnologia e prodotto, sono strettamente legati.

Correva l’anno 2009 quando, sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, fu distribuita la versione iniziale del software client di Bitcoin: la prima criptovaluta basata su un nuovo tipo di registro distribuito, noto come Blockchain.

La novità introdotta da Bitcoin è stata l’emissione di una moneta legittimata da una rete decentralizzata e non dalle autorità governative, come succede invece per il fiat money (l’euro per esempio è sotto vigilanza della Banca Centrale Europea).

Per funzionare le criptovalute hanno bisogno del Blockchain Wallet: il portafoglio digitale necessario per scambiare e gestire criptovalute e per operare nell’ecosistema della Blockchain.

Per quanto abbia meno di 2 decenni di vita, Bitcoin ha fatto la storia della Blockchain accendendo i riflettori su questa tecnologia e stimolando le innovazioni della medesima: la nascita continua di diverse criptovalute ha permesso a Blockchain di evolversi quanto basta per trovare nuove applicazioni.

Il futuro della Blockchain

Nonostante l’enorme hype degli ultimi anni e nonostante gli evidenti benefici derivanti dalle sue caratteristiche tecniche, intorno alla Blockchain c’è ancora molta confusione.

La domanda più comune è relativa alle sue effettive applicazioni. Per rispondere è importante ricordare che le novità più rivoluzionarie introdotte dalla ‘catena di blocchi informatici’ sono la disintermediazione e la decentralizzazione. Resta da capire se e quando è possibile fare a meno di enti centrali e di controllo.

Molte aziende a livello globale stanno già sperimentando soluzioni Blockchain e Distributed Ledger per creare valore a livello business ed offrire benefici alla società. Vediamo come lo stanno facendo e quali sono i settori da monitorare per conoscere il futuro della Blockchain.

Le applicazioni Blockchain

Diversi studi hanno dimostrato che per quanto l’utilizzo operativo della Blockchain sia relativamente poco diffuso, alcuni settori sono decisamente più avanti rispetto ad altri.

  • Finanza e Assicurazioni: è stato il primo comparto a cogliere le opportunità derivanti dagli sviluppi applicativi della Blockchain. Alcune compagnie assicuratrici stanno già lavorando alla creazione di polizze innovative con rimborsi automatici.
  • Agroalimentare: qui la Blockchain è utilizzata al fine della certificazione per il tracciamento dei prodotti lungo tutta la filiera.
  • Utilities: esempi pratici sono agli scambi di energia peer-to-peer e l’implementazione del trading di energia.
  • PA: la Pubblica Amministrazione si sta avvicinando al tema Blockchain e Distributed Ledger nel settore pubblico attraverso attività di ricerca e sforzi legislativi e normativi.
  • Legale: un esempio di applicazione della Blockchain in questo ambito è la cosiddetta Notarchain, un sistema che fornisce la proof of existence di un preciso dato in un certo formato e in un determinato periodo.

Blockchain per identità digitale: i nuovi servizi InfoCert

Un ambito di applicazione dagli interessanti sviluppi è quello dell’identità online. La Blockchain abilita un ecosistema di certificatori e traccia in modalità decentralizzata le informazioni: i dati non sono manipolabili da terze parti, come un ente pubblico o le grandi piattaforme Internet che esercitano il loro controllo in modo discrezionale.

InfoCert ha deciso di puntare sulla tecnologia Blockchain e lo sta già facendo con la piattaforma Dizme per lo sviluppo di un’identità digitale distribuita che sfrutta i vantaggi tecnologia Blockchain, gestita direttamente dall’utente (Self Sovereign Identity), abbinandoli al massimo valore legale di un Qualified Trust Service Provider.