Dopo la Fatturazione Elettronica, continua il percorso di Digitalizzazione di PA e imprese italiane.

La Fatturazione Elettronica è ormai partita da più di un anno, coinvolgendo oggi un numero di attori decisamente significativo. Stando agli ultimi dati di agosto, si parla di oltre 50.000 PA e almeno 450.000 imprese. Possiamo perciò dire che un primo, concreto, passo verso la digitalizzazione del Paese è stato fatto.

I numeri parlano chiaro: in corrispondenza dell’ultimo mese, infatti, cresce ancora la quantità di fatture transitate dal Sistema di Interscambio. Sono oltre 2,7 milioni a ottobre, per un totale ormai prossimo ai 20 Milioni. Un numero ancora più interessante è legato al calo degli errori. A ottobre, infatti, si è registrata una percentuale di scarti per errori formali pari al 5,3%, la più bassa da quando è in vigore l’obbligo.

8 mesi di fatturazione elettronica
I numeri della fatturazione elettronica da gennaio ad agosto 2015.

Non sono poche – ma non ancora tante quanto sarebbe auspicabile – le organizzazioni che hanno saputo trasformare realmente la Fatturazione Elettronica in un’opportunità. Diverse Pubbliche Amministrazioni hanno dimostrato di aver colto il significato del “Fare Bene” Fatturazione Elettronica, avviando una profonda revisione organizzativa e dei propri processi interni, nell’ottica di arrivare a una completa integrazione del flusso di Fatture all’interno dei propri sistemi e a una gestione semi-automatica della riconciliazione e dell’approvazione al pagamento.

Per converso, vi sono ancora numerosi soggetti pubblici – e non solo tra gli Enti più piccoli e meno strutturati – che hanno attuato modelli di gestione “degeneri”: limitandosi alla banale dematerializzazione di processi “concepiti” cartacei, rischiando concretamente di renderli ancor meno efficienti. Insieme alla PA, sono coinvolte tutte le imprese che ogni anno costituiscono la lista dei “fornitori”, tra cui poche sono quelle di grandi dimensioni, molte di più le piccole e piccolissime. Sono spesso queste ultime – particolarmente bisognose di sviluppare una “cultura digitale”, anche solo per sopravvivere – ad “arrancare” su un percorso che si sta dimostrando (per alcuni più che per altri, per la verità) in salita.

A questo importante primo passo sulla via del Digitale – non ancora del tutto compiuto, oltretutto –devono poi seguirne altri. Il legislatore, nuovamente, si sta muovendo in modo concreto su diversi fronti. Dallo scorso 11 ottobre, tutte le Pubbliche Amministrazioni sono tenute a produrre e a portare in conservazione digitale il registro giornaliero di protocollo, adottando un apposito manuale di gestione e introducendo la figura del responsabile della gestione documentale. Con il Decreto Legislativo n.127 del 5 agosto 2015, è invece incoraggiata l’adozione della Fatturazione Elettronica nelle relazioni tra privati e da luglio 2016 le opportunità di muovere altri passi verso il Digitale saranno a disposizione anche delle imprese. È vero che occorre attendere l’emanazione dei provvedimenti attuativi, ma risulta già evidente la volontà di proseguire sul percorso tracciato.

Per riuscire a cogliere le opportunità più interessanti – come da sempre sostiene l’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione – è necessario andare oltre la Fatturazione Elettronica. “Andare oltre” significa guardare alla Digitalizzazione dell’intero ciclo Procure–to-Pay, che tocca tutte le fasi della relazione cliente-fornitore, di cui la Fatturazione è solo una fase.

Alcune iniziative di sistema vanno in questa direzione. Un esempio arriva dalla Regione Emilia Romagna che – con un’apposita legge regionale – ha dato seguito al percorso di Digitalizzazione del Ciclo dell’Ordine, introducendo l’obbligo (inizialmente per le aziende e gli Enti del Sistema Sanitario Regionale e per i loro fornitori) di scambio in formato elettronico strutturato di Ordini e Avvisi di Spedizione. Guardare alla Digitalizzazione dell’intero ciclo non deve essere visto, quindi, come una meta irraggiungibile, bensì come il traguardo concreto di un percorso evolutivo “naturale” a cui la Fatturazione Elettronica – così come è stata pensata dal Legislatore – deve necessariamente tendere. Le PA e le imprese, ora, devono continuare il processo di cambiamento: i prossimi passi sono definiti.

Sia chiaro: se dopo l’obbligo di Fatturazione Elettronica alla PA non si continuerà nella direzione dell’obiettivo – molto più ambizioso – della Digitalizzazione di tutti i processi, la Fatturazione Elettronica rischia di diventare un “aperitivo” amaro per le organizzazioni del nostro Paese.

18 novembre 2015

Irene Facchinetti

Irene Facchinetti

Direttore dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione
School of Management del Politecnico di Milano