FATTURAZIONE ELETTRONICA B2B: SEMPLIFICAZIONE FISCALE, LOTTA ALL’EVASIONE E CONVENIENZA ECONOMICA

Secondo una ricerca del Centro studi di Unimpresa basata su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, l’evasione fiscale costa all’Italia quasi 108 miliardi di euro l’anno. La cifra nasce dal calcolo dell’evasione media annuale tra il 2012 e il 2014, periodo per il quale si dispone di dati certi. Più in dettaglio, sono stati sottratti annualmente alle casse dello Stato 97 miliardi di tasse e quasi 11 miliardi di contributi previdenziali. Per un valore di 35,7 miliardi di euro, l’IVA (Imposta sul Valore Aggiunto) risulta essere la tassa maggiormente evasa.

CONTRASTARE L’EVASIONE FISCALE CON LA FATTURAZIONE ELETTRONICA B2B

evasione fiscaleFino a qualche mese fa abbiamo parlato dell’obbligo di fatturazione elettronica b2b (business to business) come una possibilità. Il disegno di legge n° 2960, approvato definitivamente dal Senato il 23 dicembre 2017, ha però messo fine a ogni dubbio in proposito introducendo l’obbligo di utilizzo della fatturazione elettronica tra privati a partire dal 1° gennaio 2019.

Alla base del nuovo obbligo normativo sta l’intenzione del Governo di fare della fatturazione elettronica tra privati il principale strumento per contrastare l’evasione fiscale, scongiurare un incremento dell’IVA e il suo conseguente impatto negativo sui consumi. Con la fatturazione elettronica b2b verrà meno la possibilità di emettere fatture false, ometterne la registrazione o registrare importi inferiori rispetto all’effettiva transazione. Il tutto a beneficio delle casse dello Stato e dei cittadini.

Altri benefici riguardano poi la semplificazione fiscale. Attraverso l’invio delle fatture elettroniche tra privati al Sistema di Interscambio l’Agenzia delle Entrate avrà a disposizione sempre più dati fiscali con cui predisporre dichiarazioni, certificazioni uniche, modelli 770 con dati precompilati e già certificati.

QUALCHE DETTAGLIO IN PIÙ SUL NUOVO OBBLIGO NORMATIVO

Un’eccezione alla norma anticipava al 1° luglio 2018 l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati per le fatture relative a:

  • cessioni di benzina o di gasolio destinati a essere utilizzati come carburanti per motori;
  • prestazioni rese da soggetti subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese, nel quadro di un contratto di appalto di lavori, servizi o forniture stipulato con una pubblica amministrazione.

Uno sciopero nazionale minacciato dai benzinai e il successivo Decreto Legge 79/2018 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale hanno però portato alla proroga al 1° gennaio 2019 dell’obbligo di fatturazione elettronica B2B per le cessioni di carburanti.

Le fatture elettroniche b2b andranno emesse utilizzando il Sistema di Interscambio (stessa modalità prevista per le fatture elettroniche verso la Pubblica Amministrazione). Da gennaio 2019 le fatture scambiate tra soggetti residenti o stabiliti nel territorio dello Stato, emesse con modalità diverse, si intenderanno come non emesse.

Per quanto riguarda la conservazione digitale delle fatture, l’Agenzia delle Entrate provvederà a memorizzare tutti i documenti informatici trasmessi tramite il Sistema di Interscambio e a conservarli per 5 anni, come previsto, per esigenze fiscali. Esigenze civilistiche, e quindi la possibilità di rispondere in caso di contenzioso, richiedono invece di conservare digitalmente le fatture elettroniche per 10 anni. Con ogni probabilità, aziende e professionisti non potranno quindi esimersi dal provvedere alla conservazione digitale secondo quanto già previsto dalla normativa.

LE AZIONI DA COMPIERE PER TRASFORMARE L’OBBLIGO NORMATIVO IN VANTAGGIO COMPETITIVO

digitalizzazioneIl miglioramento del sistema fiscale e la lotta all’evasione non sono gli unici effetti positivi che possono derivare dall’estensione dell’uso della fatturazione elettronica al b2b, è anche una questione di convenienza economica.

Per trasformare il nuovo obbligo in un vantaggio competitivo, da gennaio del prossimo anno, aziende, commercialisti e consulenti del lavoro dovranno però impegnarsi ad adottare nuovi strumenti e procedure, avviare nuovi processi automatizzati in cui l’attività sia soprattutto di controllo. L’inserimento dei dati delle fatture cartacee nei sistemi gestionali è un’attività che, oltre a non creare valore aggiunto, determina uno spreco di tempo e risorse.

È questo il momento di pianificare il cambiamento e gli investimenti in innovazione, coinvolgere dipendenti e collaboratori offrendo loro la formazione e il supporto necessario. Perché in un mondo sempre più interconnesso e competitivo il rifiuto della fatturazione elettronica, come il rifiuto dell’innovazione in genere, non porta a nulla.

10 gennaio 2018

Aggiornato il 30 luglio 2018

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