Le piattaforme digitali sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, offrendo una vasta gamma di servizi, dall’intrattenimento all’informazione, fino all’e-commerce e ai social media.

A cosa servono queste piattaforme? Sono fondamentali per mettere in contatto consumatori e aziende, agevolando transazioni e interazioni che altrimenti sarebbero più complesse. Di conseguenza, il loro impatto sui mercati digitali è enorme, influenzando milioni di utenti e imprese.

Per limitare il potere di queste grandi piattaforme, l’Unione Europea (UE) ha introdotto il Digital Markets Act, una normativa finalizzata a garantire un mercato digitale più equo e trasparente, contrastando gli abusi di potere delle cosiddette aziende gatekeeper.

Che cos’è il Digital Markets Act?

Il Digital Markets Act (DMA) è una delle principali iniziative legislative dell’UE per regolamentare i mercati digitali. Entrato in vigore nel 2023, il DMA è stato creato per affrontare la crescente preoccupazione sul potere delle grandi aziende tecnologiche, conosciute anche come Big Tech, che spesso operano in situazioni di monopolio o quasi monopolio nei mercati digitali.

L’obiettivo del DMA è promuovere la concorrenza limitando le pratiche anticoncorrenziali delle piattaforme dominanti, per garantire che utenti finali e imprese abbiano accesso a un mercato più equo.

A differenza di altre normative come il Digital Service Act (DSA), che si concentra sulla regolamentazione dei contenuti online e sulla tutela dei consumatori, il DMA si focalizza sulle condizioni strutturali del mercato digitale, introducendo regole che puntano a promuovere una concorrenza sostenibile nel lungo periodo.

Chi sono i gatekeeper?

Il termine gatekeeper si riferisce alle piattaforme digitali che detengono una posizione dominante e agiscono come veri e propri “custodi” dell’accesso a un vasto pubblico di utenti e servizi. Queste piattaforme svolgono un ruolo cruciale nel collegare imprese e consumatori, e controllano l’accesso a determinate infrastrutture digitali essenziali.

Un’azienda viene considerata gatekeeper se soddisfa alcuni requisiti, tra cui:

1. Dimensione economica. Un fatturato annuo di almeno 7,5 miliardi di euro o un valore di mercato di almeno 7,5 miliardi di euro, operando in almeno tre Stati membri dell’UE.

2. Controllo di una piattaforma di base. Deve gestire un servizio digitale di base, come motori di ricerca, social network, app store o piattaforme di intermediazione, con più di 45 milioni di utenti attivi al mese nell’UE.

3. Stabilità nel tempo. Deve mantenere questa posizione dominante per almeno tre anni consecutivi.

Tra le aziende classificate come gatekeeper ci sono colossi come Google, Apple, Meta (ex Facebook), Amazon e Microsoft.

Obblighi delle piattaforme gatekeeper

Il DMA introduce una serie di obblighi per le piattaforme gatekeeper, con l’intento di prevenire pratiche sleali e garantire un mercato competitivo. Tra i principali obblighi:

1. Accesso equo ai dati. Le piattaforme devono consentire alle imprese un accesso equo ai dati degli utenti, senza limitazioni che favoriscano i servizi interni.

2. Interoperabilità. Devono garantire che i loro servizi possano interagire con quelli di terzi. Ad esempio, le app di messaggistica devono poter comunicare con altre piattaforme senza restrizioni tecniche.

3. Parità di trattamento. Non possono privilegiare i propri servizi a scapito di quelli dei concorrenti, ad esempio sui motori di ricerca o sugli app store.

4. Divieto di auto-preferenze. Non possono usare la loro posizione dominante per favorire i propri prodotti rispetto a quelli dei rivali.

5. Trasparenza pubblicitaria. Devono fornire maggiore chiarezza agli inserzionisti sui costi e sugli strumenti che determinano la visibilità delle pubblicità.

Divieti per le piattaforme gatekeeper

Oltre agli obblighi, il DMA introduce anche alcuni divieti per le piattaforme, con l’obiettivo di contrastare le pratiche più dannose. Tra i principali divieti:

1. Favoritismi. Le piattaforme non possono manipolare gli algoritmi per dare priorità ai propri servizi rispetto a quelli di terzi.

2. Libertà di scelta. Gli utenti devono essere liberi di interagire con altre aziende senza restrizioni imposte dai gatekeeper.

3. Tracciamento non consensuale. È vietato tracciare gli utenti al di fuori delle loro piattaforme senza il loro esplicito consenso.

4. Disinstallazione delle app predefinite. Gli utenti devono avere la possibilità di rimuovere le app preinstallate sui dispositivi, garantendo loro un maggiore controllo.

Sanzioni e controllo

Per garantire l’effettiva applicazione delle norme e scoraggiare le violazioni, il DMA prevede un sistema di sanzioni rigoroso. Le piattaforme designate come gatekeeper che non rispettano gli obblighi imposti dal regolamento rischiano multe salate, che possono arrivare fino al 10% del loro fatturato globale annuo.

Inoltre, è prevista una stretta collaborazione tra le aziende e le autorità di regolamentazione per monitorare costantemente il rispetto delle norme. Questo meccanismo di controllo e sanzione mira a creare un deterrente efficace per le grandi piattaforme digitali e a garantire un’applicazione rigorosa del DMA.

Il futuro del DMA: bilanciare innovazione e regolamentazione

Il Digital Markets Act rappresenta un passo avanti dell’UE verso una regolamentazione più rigorosa delle grandi piattaforme digitali. Le regole introdotte mirano a creare un mercato più competitivo e aperto, evitando che le Big Tech abusino della loro posizione dominante.

Anche se la legge è ancora nelle fasi iniziali di applicazione, il suo successo dipenderà dalla capacità di far rispettare queste regole, bilanciando il progresso tecnologico con la necessità di un ambiente digitale più equo per tutti gli attori coinvolti.