Nella Legge Finanziaria 2008, varata nel dicembre 2007, è comparsa per la prima volta su un testo ufficiale l’obbligo di fatturazione elettronica, in quel caso per i fornitori della Pubblica Amministrazione.
Preparare le infrastrutture informatiche degli uffici pubblici alla rivoluzione, stabilire le regole tecniche attraverso i decreti attuativi e i rinvii di carattere politico hanno rinviato l’obbligo al giugno del 2014. Inizialmente sono stati interessati solo alcuni enti centrali come i Ministeri, le Agenzie Fiscali, le amministrazioni di rilievo costituzionale, e poi, dal marzo 2015, anche per tutti gli altri, ivi compresi quelli locali, come comuni e regioni. Con un’altra Legge Finanziaria, quella del 2018, è stato deciso l’allargamento della fatturazione elettronica obbligatoria anche a ogni scambio tra soggetti privati, che siano partite IVA o consumatori finali, a partire dal 1 gennaio 2019.
Le esenzioni (provvisorie) all’obbligo di fatturazione elettronica
Sono esentate solo alcune categorie, ovvero coloro che fanno parte del regime forfettario e di quello dei minimi, e chi ha rapporti commerciali con aziende o professionisti non residenti comunitari o extracomunitari.
Nel dibattito pubblico, tuttavia, si è fatta strada l’idea che per l’inclusione nell’obbligo anche di coloro che oggi sono esclusi sarebbe stata solo questione di tempo. Infatti a fine 2021 il Governo ha espresso la volontà di estendere la fatturazione elettronica obbligatoria anche ai forfettari.
Si tratta di un primo passo per un’applicazione universale della normativa già in vigore per gran parte delle imprese e dei professionisti dal 2019. Nel frattempo, dal secondo semestre 2022 la trasmissione elettronica delle fatture diverrà la regola anche per le operazioni transfrontaliere, finora esentate.
Fatturazione elettronica ed evasione fiscale
A portare diversi governi europei a varare leggi molto simili a quella italiana è stata prima di tutto l’esigenza di diminuire l’evasione fiscale, in particolare quella dell’Iva. In Italia ha funzionato.
Secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze il “tax gap”, ovvero la differenza tra il gettito effettivo dell’imposta sul valore aggiunto e quello previsto, è diminuito in modo netto tra il 2017, quando era di 36,2 miliardi e il 2019, quando è sceso a 27.
Si tratta di una riduzione che non si è vista nell’ambito di altre tasse, come per esempio l’Irpef, segno che vi è stato effettivamente un cambiamento. Sono questi risultati, peraltro, che fanno pensare che un allargamento dell’obbligo a tutti sia prima o poi inevitabile.
I vantaggi della Fattura Elettronica per i forfettari
In realtà i vantaggi della fatturazione elettronica per i forfettari non sono solo per le casse dello Stato, ma soprattutto per le imprese e i professionisti. L’adozione di strumenti digitali non comporta costi aggiuntivi ma piuttosto una serie di vantaggi pratici. Tra questi:
- La forte riduzione degli errori materiali e di pagamento, grazie alla fine della registrazione manuale e del pericolo di smarrimento dei documenti
- La diminuzione dei tempi di pagamento, dovuta all’automatizzazione dei processi di ricezione e di inserimento nel sistema informatico del cliente
- Una maggiore sicurezza informatica, grazie all’utilizzo di tecnologie cloud che rendono meno vulnerabili ai malware che possono colpire i dispositivi elettronici.
Per massimizzare tali vantaggi, tuttavia, è essenziale affidarsi a sistemi informativi di eccellenza.
Come scegliere il servizio di Fatturazione Elettronica?
InfoCert già da molti anni si occupa di fatturazione elettronica con la propria offerta Legalinvoice, che è stata al fianco delle imprese dall’inizio dell’obbligo e oggi si rivolge anche a quei soggetti che finora ne sono stati esclusi, come le partite Iva forfettarie e in regime dei minimi.
A questo scopo ha ideato Legalinvoice GO! che, in modo ancora più semplice e sempre nella massima sicurezza, consente loro di creare e gestire DDT, preventivi digitali, nonché di registrare le proprie spese.
Si tratta a tutti gli effetti di un micro ERP che si rivolge a chi emette poche fatture l’anno e che finora si è limitato a registrare i propri documenti in formato cartaceo o al massimo a salvarli sul proprio PC.
Pagando un prezzo più basso rispetto a quello di Legalinvoice Pro, ma mantenendo tutte le funzioni più importanti, con Legalinvoice GO! ogni professionista può usufruire dei vantaggi della dematerializzazione riducendo quasi a zero i rischi per la sicurezza, anche informatica, dei dati guadagnando tempo per la propria attività.
Come funziona l’invio della fattura all’Agenzia delle Entrate?
È InfoCert che, con Legalinvoice GO!, si preoccupa per il professionista di ottenere un codice SDI e di registrarlo presso l’Agenzia delle Entrate per non doverlo più re-inserire.
Con il servizio, poi, è possibile, per il forfettario, inviare con un solo click la fattura sia al cliente che all’Agenzia delle Entrate stessa, risparmiando vari passaggi, tempo e possibili errori.
Non solo, Legalinvoice GO! fornisce anche la possibilità di avere il controllo di ogni movimento, tramite una dashboard e un sistema di tracking degli esiti delle spedizioni. Queste, inoltre, vengono conservate a norma nel repository di InfoCert, che, in quanto Certification Authority (CA) riconosciuta dalle autorità europee, offre la massima protezione dei dati.
Anche se la fatturazione elettronica obbligatoria per i forfettari non è ancora realtà, l’utilizzo di un servizio digitale come Legalinvoice offre vantaggi che vanno molto oltre il rispetto di una (futura) normativa perché oltre a essere semplice è modulare, ovvero consente di utilizzare solamente le funzioni realmente necessarie, anche solo, per esempio, la creazione di anagrafiche clienti e fornitori, di un listino prezzi e la stampa in pdf delle stesse.
InfoCert con Legalinvoice GO! si propone come il servizio di fatturazione elettronica più completo sul mercato, quello che offre ai forfettari il massimo della sicurezza e della comodità oggi e in futuro.