L’ISCRO, un bonus partite IVA concepito come una sorta di cassa integrazione per i lavoratori autonomi, rappresenta un sostegno fondamentale per coloro che, pur lavorando in autonomia, si trovano ad affrontare momenti di difficoltà economica.
Questi momenti possono essere causati da diverse circostanze, come spese impreviste o una riduzione del volume di lavoro. In aggiunta a queste sfide anche i costi per l’apertura della partita IVA, come ad esempio i contributi previdenziali ed assistenziali, possono farsi sentire soprattutto in periodi di minore liquidità.
L’ISCRO si configura quindi come un aiuto concreto per superare queste difficoltà e rilanciare la propria attività.
Aiuto partite IVA: cos’è l’ISCRO
ISCRO è l’acronimo di Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa.
Introdotto in via sperimentale dalla Legge di Bilancio 2021 (articolo 1, c.386-400, L. n.178/2020) per il triennio 2021-2023, e reso strutturale con la Legge di Bilancio 2024 (art.1, c.142-155, L. n. 213/2023), l’ISCRO consiste in un aiuto economico rivolto ai lavoratori iscritti alla Gestione Separata INPS, cioè ai liberi professionisti, compresi i partecipanti agli studi associati o a società semplice con reddito da lavoro autonomo.
L’indennità viene riconosciuta a chi ha subito una perdita di fatturato pari o superiore al 70% e viene erogata per un periodo massimo di sei mesi.
Bonus partita IVA: i requisiti per richiedere l’ISCRO
Per poter accedere al sostegno, è necessario rispettare alcuni requisiti:
- avere un reddito annuo non superiore a 12.648 euro;
- aver subito una riduzione del reddito di almeno il 70% rispetto alla media dei due anni precedenti all’anno che precede quello di presentazione della domanda;
- avere una partita IVA attiva da almeno tre anni;
- non essere titolare di pensione né percepire altri aiuti come l’assegno di inclusione o indennità simili;
- essere in regola con i contributi obbligatori.
Va osservato che la misura è rivolta solamente a coloro che hanno una partita IVA aperta. La cessazione dell’attività, infatti, determina la perdita dell’aiuto economico.
Aiuto partite IVA: i chiarimenti dell’INPS
Nella circolare n.84 del 23/07/2024, l’INPS fornisce chiarimenti in merito al calcolo della riduzione del reddito di almeno il 70%.
Il reddito da considerare per la verifica dei requisiti varia a seconda dell’anno in cui viene presentata la domanda.
Prendiamo ad esempio il caso di una domanda ISCRO presentata nel 2025. In questa situazione, il reddito da lavoro autonomo da considerare è quello risultante dalla dichiarazione dei redditi dell’anno 2024 (l’anno precedente alla domanda). Tale reddito deve essere inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo prodotti nel 2022 e 2021 (i due anni precedenti all’anno che precede la presentazione della domanda).
Vediamo un esempio concreto:
Anno di presentazione della domanda: 2025
Reddito dell’anno 2024: €10.000
Redditi del biennio precedente all’anno antecedente la domanda:
- 2022: € 15.000
- 2023: € 16.000
- reddito medio del biennio: 15.000 + 16.000 = 31.000/ 2 = 15.500
- 70% del reddito medio: 15.500 x 70% = €10.500.
Il requisito è soddisfatto dato che il reddito relativo al 2024 ammonta a €10.000, quindi inferiore rispetto al 70% della media dei redditi degli anni 2022 e 2023 (€ 10.500).
È importante precisare che, ai fini del calcolo, si considera esclusivamente il reddito derivante dall’attività di lavoro autonomo. Questo è il reddito indicato nella dichiarazione dei redditi, nel quadro RE per le attività professionali individuali, nel quadro RH per la partecipazione a studi associati o società semplici con reddito da lavoro autonomo, oppure nel quadro LM per i soggetti in regime forfettario. Altre tipologie di reddito non vengono prese in considerazione.
INPS Bonus partita IVA: come presentare la domanda
Una volta verificato il possesso di tutti i requisiti necessari, il lavoratore autonomo può procedere con la presentazione della domanda per l’ISCRO. È importante sottolineare che l’indennità non viene erogata automaticamente, ma è necessario presentare un’apposita richiesta.
La domanda deve essere presentata entro e non oltre il 31 ottobre in modalità telematica attraverso il sito web dell’INPS.
Per accedere ai servizi online dell’INPS, incluso quello per la presentazione della domanda ISCRO, è necessario essere in possesso di un’identità digitale SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Lo SPID rappresenta la chiave d’accesso unica e sicura per interagire con la Pubblica Amministrazione e ottenere servizi online. Se non hai ancora lo SPID puoi valutare le diverse opzioni disponibili, tra cui SPID InfoCert, l’identità digitale semplice, veloce e sicura.
In alternativa è possibile autenticarsi mediante Carta di identità elettronica (CIE) o Carta nazionale dei servizi (CNS).
La domanda può essere presentata anche tramite gli Istituti di Patronato, utilizzando i servizi offerti dagli stessi. In alternativa al portale web, l’indennità può essere richiesta tramite il servizio Contact Center multicanale.
Inoltre, per l’anno in corso è indispensabile autorizzare l’inserimento dei propri dati nella piattaforma SIISL, la stessa utilizzata per il sostegno all’occupazione dei percettori di indennità di disoccupazione come l’Assegno di inclusione.
Aiuti Partite IVA: a quanto ammonta l’ISCRO nel 2025?
L’importo del bonus ISCRO corrisponde al 25% dei redditi dichiarati dal lavoratore autonomo rispetto ai due anni precedenti all’anno prima in cui viene presentata la domanda. Esso viene erogato per sei mesi consecutivi con un minimo, per il 2025, di 252 euro ed un massimo di 806,40 euro al mese.
Si rammenta che il bonus partite IVA ISCRO concorre alla formazione del reddito. L’INPS, pertanto, applica sull’ammontare del reddito riconosciuto ai soggetti percipienti la ritenuta a titolo di acconto del 20%, ad eccezione di coloro che dichiarano di esercitare l’attività professionale con regime forfettario.