Oggi in molti concordano sul fatto che la pandemia di Covid-19 è destinata a cambiare profondamente il nostro modo lavorare e fare affari in futuro.
Il periodo di lock down, con le sue limitazioni, ha dato un nuovo impulso alla crescita digitale del Paese. Per molte aziende, la possibilità di adottare modelli di business innovativi e di dotarsi di strumenti e canali digitali su cui continuare a fornire prodotti e servizi si è presto trasformata in urgenza.
Le aziende che avevano già investito nella digitalizzazione dei processi aziendali e di vendita hanno subito meno ripercussioni negative e questo si somma ai vantaggi già ottenuti in termini di user experience, flessibilità, contenimento dei costi ed efficienza.
Su questo fronte le banche rappresentano un modello da seguire, specie per quanto riguarda la verifica dell’identità dei nuovi clienti online, un processo cruciale quando si opera su canali digitali.
Certamente non tutti gli istituti di credito, così come molte aziende operanti in altri settori di mercato, hanno raggiunto la piena maturità in termini di digitalizzazione. Ad entrambi risulterà utile la lettura di questo articolo.
Rischio frodi e cybercrime, gli ostacoli alla digitalizzazione della sottoscrizione dei contratti
Dunque, già da tempo, molti istituti di credito hanno investito con successo in tecnologie digitali per raggiungere nuovi clienti online e su dispositivi mobile con i propri prodotti e servizi bancari.
Oggi i clienti sono sempre più abituati a dare per scontata la possibilità di aprire un nuovo conto, accendere un mutuo, richiedere un finanziamento sul sito della propria banca e senza la necessità di recarsi in filiale.
Tuttavia, molti istituti faticano ancora a fornire questi e altri servizi complessi attraverso i canali digitali a causa dell’alto rischio di frodi e minacce informatiche.
Una ricerca condotta dall’Information Security Media Group e OneSpan, negli Stati Uniti tra dicembre e febbraio 2019-2020, ha dimostrato che il 59% dei nuovi conti bancari è stato aperto di persona, presso una filiale, per verificare l’identità del cliente nel rispetto delle norme di Know Your Customer e Anti Money Laundering.
Un altro studio prodotto dal gruppo bancario BBVA – “Digital Identity: The Current State of Affairs” – riporta che:
«I nostri attuali sistemi di gestione dell’identità e della sicurezza dei dati sono chiaramente carenti a causa del fatto che si basano ancora in gran parte sul mondo fisico. Nel settore dei servizi finanziari, ad esempio, la maggior parte delle banche continua a chiedere ai clienti di esibire, presso una filiale, una carta d’identità fisica o un certificato di nascita per aprire un conto bancario».
E prosegue affermando che:
«È necessario che le banche creino schemi di identità digitale forti e affidabili, in grado di supportare le loro attuali competenze nella verifica delle identità nel mondo fisico».
Se quindi da un lato è evidente la necessità di migliorare i livelli di user experience attraverso la digitalizzazione, è anche necessario assicurarsi di aver messo in piedi livelli di sicurezza e prevenzione di possibili frodi, anche superiori a quelli realizzabili nel mondo fisico, adottando soluzioni basate su sistemi di verifica delle identità e strong authentication.
Digitalizzazione, user experience e strong authentication con TOP
Una soluzione che permette di gestire un intero processo di contrattualizzazione e vendita, dalla verifica dell’identità del cliente fino alla sottoscrizione del contratto finale con firma digitale, è TOP (Trusted Onboarding Platform). La soluzione si compone di diversi moduli che possono essere acquistati ed attivati in blocco o solo in parte.
In particolare, i moduli dedicati al riconoscimento e alla verifica delle identità permettono di verificare, a partire da una asserzione di identità da parte del cliente, che quell’identità esiste nel mondo reale e che l’individuo che rivendica quella identità ne è di fatto l’autentico proprietario.
Un mix di tecnologie (Optical Character Recognition, Liveness Detection, Face Matching) consente di verificare la correttezza dei documenti di identità, che il soggetto inquadrato in fase di riconoscimento via webcam sia una persona reale, che la persona inquadrata sia la stessa a cui appartiene il documento d’identità presentato.
Sui dati raccolti è effettuata in tempo reale una verifica della validità interrogando diverse banche dati. Ulteriori controlli sono effettuati sui modelli di comportamento degli utenti, per verificare eventuali anomalie, e sessioni segnalate come ad alto rischio possono essere automaticamente rifiutate o sottoposte a ulteriori controlli.