I criteri ESG assumono oggi un’importanza fondamentale per le aziende: i consumatori sono sempre più attenti ai temi dell’ambiente e della sostenibilità e gli investitori, dal canto loro, richiedono alle imprese una maggiore trasparenza e responsabilità sociale.
La stessa normativa europea, con l’entrata in vigore del CSRD (Direttiva UE n.2464/2022), ha previsto un’estensione dell’obbligo di rendicontazione non finanziaria da parte delle imprese in modo da consentire agli stockholder di disporre di tutte le informazioni necessarie per comprendere l’impatto che le politiche aziendali hanno su persone ed ambiente.
Il modello 231, d’altra parte, costituisce uno strumento di gestione e controllo che ha lo scopo di prevenire la commissione di reati da parte delle persone giuridiche.
A creare una relazione tra tale modello e i fattori ESG vi è il concetto di sostenibilità.
Sostenibilità ambientale: perché è sempre più importante per le imprese
Se un tempo le aziende avevano come unico obiettivo il conseguimento di un profitto, oggi non possono più trascurare aspetti come la salvaguardia dell’ambiente, l’attenzione a risorse limitate, l’impegno nei confronti delle generazioni future, e sono spinte a scegliere comportamenti responsabili e sostenibili.
Per sostenibilità aziendale si intende l’impegno concreto di un’azienda nel dar vita a un modello di business che non solo permetta il sostentamento dell’impresa a lungo termine, ma che sia anche attento all’ambiente, al benessere sociale e ad una gestione equa e prudente.
ESG significato
ESG è l’acronimo di Environmental, Social e Governance, tre fattori che permettono di evidenziare in che misura l’impresa si sta impegnando in termini di sostenibilità. Ogni fattore ESG rappresenta un aspetto cruciale della gestione aziendale e del suo impatto sul mondo esterno:
- il fattore environmental riguarda i cambiamenti climatici, la gestione delle emissioni di carbonio, l’uso delle risorse naturali e la tutela della biodiversità. Le aziende che ottengono una certificazione ESG in questo ambito dimostrano di adottare pratiche rispettose dell’ambiente contribuendo alla lotta contro il riscaldamento globale;
- il fattore social si riferisce all’impatto che le scelte aziendali hanno sulla comunità, compresi i diritti umani, civili e del lavoro, l’equità e la diversità e il rapporto con le comunità locali. Un alto rating ESG nel fattore social sta ad indicare che l’azienda si impegna attivamente a migliorare le condizioni di vita e di lavoro e promuove il benessere sociale;
- il fattore governance pone l’accento sulle pratiche e i principi etici seguiti dall’impresa nella sua gestione e riguarda temi come la retribuzione dei dirigenti, il rispetto dei diritti degli azionisti, la tutela delle minoranze, la trasparenza delle decisioni aziendali. Un’elevata attenzione al fattore governance garantisce che l’azienda operi con integrità, riducendo il rischio di pratiche scorrette e promuovendo una gestione equa e responsabile.
Modello organizzativo 231
Il modello 231 del 2001 (introdotto dal D.Lgs.231/2001) prevede, per la prima volta nel nostro ordinamento giuridico, la responsabilità dell’impresa, per la commissione di alcuni reati da parte delle persone fisiche ad essa legate che abbiano agito nell’interesse o a vantaggio dell’ente.
L’adozione del modello 231 da parte dell’azienda serve ad evitare il proprio coinvolgimento in caso di reati imputati ai dipendenti. A tal fine la società deve poter dimostrare di aver adottato un modello di organizzazione, gestione e controllo idoneo a prevenire i reati previsti dalla norma.
Questi ultimi sono:
- reati contro la salute e la sicurezza sul lavoro;
- reati contro la Pubblica Amministrazione;
- reati societari;
- delitti contro la personalità individuale;
- delitti con finalità di terrorismo o eversione dell’ordine democratico;
- reati transnazionali;
- illeciti ambientali;
- reati di criminalità informatica;
- manipolazioni del mercato e abuso di informazioni privilegiate.
Soggetti interessati all’applicazione del modello 231
La norma si applica:
- alle società dotate di personalità giuridica (società di capitali e società cooperative iscritte nel registro delle imprese);
- alle associazioni fornite di personalità giuridica;
- alle associazioni, fondazioni e altre istituzioni di carattere privato che non hanno come scopo lo svolgimento di attività economica e che acquistano personalità giuridica ai sensi del DPR n.361/2001;
- le società e gli enti privi di personalità giuridica (società di persone e associazioni non riconosciute).
In cosa consiste il modello 231
Il modello 231 è un modello organizzativo di gestione e di controllo formato da un insieme di elementi che costituiscono un sistema di gestione preventiva dei rischi.
Gli elementi che lo compongono sono disposizioni organizzative, procedure, modulistica, codici di comportamento, software e commissioni.
Ovviamente ogni azienda dovrà stilare un modello che tenga conto delle peculiarità della propria attività in base ai processi produttivi svolti, ai soggetti con cui si relaziona, alle aree maggiormente a rischio di reato.
Che relazione esiste tra criteri ESG e modello 231?
Il modello 231 impone alle aziende di identificare, valutare e gestire i rischi di reati all’interno della propria attività ed include, anche reati legati a fattori ESG ad esempio:
- in ambito ambientale reati per inquinamento atmosferico o acustico;
- in ambito sociale reati per corruzione nei rapporti con le autorità di vigilanza o dovuti a violazioni di norme in materia di salute e sicurezza dei lavoratori o di tutela dei dati o ancora reati contro la personalità individuale;
- in ambito governance reati di abuso di mercato come, ad esempio, reati tributari, di riciclaggio, di contrabbando o di false comunicazioni sociali.
Il modello 231, quindi, riveste un ruolo cruciale nelle questioni legate ai criteri ESG. Infatti, è impensabile concepire tale modello senza considerare le tematiche ESG. L’implementazione del modello da parte delle aziende implica una valutazione che prende in considerazione l’efficienza e la valorizzazione delle scelte strategiche sostenibili, allineate ai principi ESG.
I vantaggi della sinergia tra criteri ESG e modello 231
L’adozione del modello 231 comporta una serie di vantaggi per le aziende che puntano alla sostenibilità e all’impiego dei criteri ESG, oltre alla possibilità di essere in linea con le normative ambientali, sociali e di governance:
- migliora la reputazione dell’azienda e la fiducia nei suoi confronti. Dimostrare il proprio impegno verso pratiche aziendali sostenibili e responsabili migliora l’immagine dell’azienda e la fiducia degli stakeholder;
- riduce i rischi per l’impresa: l’adozione del modello 231 permette alle imprese di individuare e ridurre i rischi legali ed operativi. D’altra parte, i criteri ESG consentono di gestire i rischi ambientali, sociali e di governance. La loro combinazione permette una gestione completa ed integrata dei rischi da parte dell’azienda;
- favorisce l’accesso a nuovi finanziamenti. Gli investitori, oggi, tengono sempre più in considerazione i criteri ESG nella valutazione delle scelte di investimento. Integrare tali criteri con il modello 231 rende le aziende più attraenti per eventuali finanziatori consentendo un più facile accesso al mercato dei capitali;
- migliora le performance aziendali. Le aziende che implementano sia il modello 231, sia i criteri ESG tendono ad ottenere migliori risultati in termini di efficienza operativa, innovazione e sostenibilità a lungo termine. Questo approccio integrato favorisce una cultura aziendale orientata alla trasparenza, all’etica e alla responsabilità sociale, creando un vantaggio competitivo duraturo e contribuendo positivamente all’ambiente e alla società.
Dunque, integrare i criteri ESG nel modello 231 offre alle aziende l’opportunità di gestire i rischi in modo più completo, considerando non solo gli aspetti legali e finanziari, ma anche gli impatti ambientali e sociali delle loro attività.
D’altra parte la sostenibilità è strettamente connessa con la competitività aziendale: adottare pratiche sostenibili non solo aiuta a proteggere l’ambiente, ma migliora anche la reputazione aziendale, attrae investitori responsabili e può portare a una maggiore efficienza operativa e alla riduzione dei costi a lungo termine.