La rivalsa INPS consente ai lavoratori autonomi, iscritti alla Gestione Separata, di addebitare ai committenti un 4% del compenso in fattura. Così facendo, il cliente contribuisce a pagare una quota dei contributi previdenziali ed assistenziali a carico del lavoratore autonomo. Si tratta di un modo per alleggerire parte dei costi legati alla Partita IVA.

Chi può applicare la rivalsa INPS 4%

La rivalsa INPS 4% è un’opzione disponibile per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS. Questa gestione previdenziale, istituita con L. n. 335/95, accoglie tutti quei lavoratori autonomi che non rientrano in ordini professionali dotati di una propria cassa previdenziale.

E chi ha una cassa previdenziale propria? Ordini professionali come avvocati, ingegneri, notai, commercialisti, medici e architetti, per citarne alcuni, hanno le proprie casse di previdenza e, pertanto, i loro iscritti non devono aderire alla Gestione Separata INPS.

Chi deve iscriversi alla Gestione Separata INPS?

Sono tenuti ad iscriversi alla Gestione Separata INPS tutti i lavoratori autonomi che non rientrano nelle categorie sopra menzionate. Ad esempio, freelance, consulenti informatici, sviluppatori di software, web designer, traduttori, grafici, fisioterapisti, giornalisti free-lance, formatori, personal trainer, guide turistiche, esperti di marketing.

In sostanza, la Gestione Separata INPS è il punto di riferimento per tutti quei lavoratori autonomi che non hanno una propria cassa previdenziale.

La rivalsa INPS 4% è obbligatoria?

No, la rivalsa INPS 4% è facoltativa. Il professionista può decidere se applicarla o meno nelle proprie fatture. Tuttavia, per evitare malintesi, è preferibile specificare nel contratto se l’importo concordato include o meno la rivalsa INPS.

Come calcolare la rivalsa INPS 4%

La rivalsa INPS 4% si calcola sul compenso lordo della prestazione e viene aggiunta all’importo della fattura. Vediamo il calcolo per due tipologie di contribuenti: un contribuente in regime semplificato e l’altro in regime forfettario.

Caso 1: Contribuente in regime semplificato

Nel regime semplificato, la rivalsa INPS concorre a formare la base imponibile IVA, cioè l’importo su cui viene calcolata l’imposta sul valore aggiunto, nonché la base imponibile IRPEF sulla quale viene determinata la ritenuta d’acconto. Vediamo con un esempio come funziona la cosa.

Supponiamo che un professionista emetta fattura elettronica per un compenso di 1.000 euro:

  • Compenso: 1.000 euro
  • Rivalsa INPS 4%: 40 euro (1.000 x 4%)
  • Totale imponibile IVA: 1.040 euro
  • IVA 22%: 228,80 euro (1.040 x 22%)
  • Totale fattura: 1.268,80 euro
  • Ritenuta d’acconto: – 208 euro (1.040 x 20%)
  • Totale da pagare: 1.060,80 euro

Caso 2: Contribuente in regime forfettario

Nel caso di un contribuente in regime forfettario, poiché in fattura non vengono applicate né l’IVA, né la ritenuta d’acconto, il documento fiscale si presenta nel modo seguente:

  • Compenso: 1.000 euro
  • Rivalsa INPS 4%: 40 euro
  • Totale fattura: 1.040 euro

I contribuenti forfettari devono ricordare che sono tenuti ad applicare l’imposta di bollo, nella misura di 2,00 euro, se la fattura supera l’importo di 77,47 euro.

La rivalsa INPS può essere applicata anche nel caso in cui il contribuente forfettario emetta fattura semplificata.

Rivalsa INPS: effetti sul reddito professionale

È fondamentale prestare attenzione ad un aspetto cruciale: il contributo previdenziale a titolo di rivalsa, concorre alla formazione del reddito professionale, Di conseguenza, è soggetto:

  • a tassazione IRPEF, nel caso di contribuente semplificato;
  • ad imposta sostitutiva, nel caso di contribuente forfettario.

In altre parole, se gli accordi presi con il cliente consentono al professionista di includere il 4% a titolo di rivalsa INPS nella fattura, tale importo si somma al totale dei compensi percepiti per formare il reddito imponibile, aumentando così l’ammontare delle imposte dovute.

Questo significa che la rivalsa INPS non è priva di implicazioni fiscali. Il professionista deve quindi considerare questo aspetto nella sua pianificazione finanziaria, tenendo conto che l’importo incassato a titolo di rivalsa andrà ad incrementare il reddito su cui verranno calcolate le imposte.

I contribuenti in regime forfettario devono considerare un altro aspetto importante: la rivalsa INPS, proprio perché è inclusa nel calcolo dei ricavi, può portare al superamento del limite di 85.000 euro. Pertanto, è fondamentale valutare attentamente se addebitarla in fattura o meno, per non perdere i vantaggi del regime.

Come si versa la rivalsa INPS 4%?

Anche se la rivalsa viene addebitata al cliente, il professionista rimane responsabile del versamento dei contributi previdenziali. Ogni anno effettuerà il calcolo dei contributi dovuti, sulla base del reddito conseguito e delle aliquote stabilite dall’INPS, e provvederà al loro versamento con lo stesso meccanismo di acconto e saldo previsto per le imposte sui redditi. Il versamento dei contributi deve essere effettuato con modello F24.

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