La digitalizzazione dell’IVA non è più solo una possibilità. Con la riforma VIDA (VAT in the Digital Age), entrata in vigore nel 2025, l’Unione Europea ha dato il via a un processo strutturato e graduale che cambierà in profondità il modo in cui le imprese emettono fatture, gestiscono operazioni transfrontaliere e si rapportano con le autorità fiscali. L’obiettivo è duplice: da un lato semplificare gli adempimenti, dall’altro rafforzare il controllo, soprattutto contro le frodi intracomunitarie.
VIDA è stata adottata formalmente con il Regolamento (UE) 2016/1628 del Parlamento europeo e del Consiglio, e successivamente completata da atti delegati ed esecutivi, tra cui i Regolamenti (UE) 2017/654, 2017/655 e 2017/656. Ma al di là delle sigle, cosa cambia davvero per chi fa impresa? E come prepararsi a una transizione che durerà fino al 2035, ma che inizia adesso?
I tre pilastri della riforma: fatture digitali, piattaforme responsabili, registrazione unica
VIDA si fonda su tre leve principali:
1. fatturazione elettronica e rendicontazione digitale (DRR)
Dal 1° luglio 2030, la fattura elettronica diventa obbligatoria per tutte le operazioni B2B transfrontaliere e soggette a reverse charge.
Il formato standard europeo EN 16931 diventerà obbligatorio in tutti gli Stati membri entro il 1° gennaio 2035, imponendo l’adeguamento dei sistemi nazionali. L’armonizzazione UE, avviata con la normativa VIDA, favorisce l’interoperabilità e accelera l’adozione obbligatoria dell’e-invoicing. In parallelo alla fatturazione elettronica sarà introdotta la rendicontazione digitale (Digital Reporting Requirements – DRR), che prevede la trasmissione quasi in tempo reale dei dati delle transazioni alle autorità fiscali. Questo nuovo sistema, più dettagliato e immediato rispetto ai modelli attuali, sostituirà gli elenchi riepilogativi(liste VIES). Gli Stati membri potranno anticipare l’obbligo della fatturazione elettronica già dal 2025 per le operazioni interne, senza dover chiedere approvazioni a Bruxelles.
2. responsabilità delle piattaforme digitali (fornitore presunto)
Le piattaforme che facilitano affitti brevi (di durata non superiore a 30 giorni) o trasporto passeggeri su strada dovranno farsi carico dell’IVA al posto dei fornitori che non la applicano. Dal 1° gennaio 2030 (con possibilità facoltativa dal 1° luglio 2028), l’IVA sarà calcolata e versata direttamente dalla piattaforma, rendendola fiscalmente responsabile, salvo il caso in cui il fornitore fornisce la sua partita IVA e conferma che applicherà l’imposta sulle prestazioni. Un cambio di paradigma che punta a colmare le lacune del sistema attuale, dove molti servizi sfuggono al fisco.
3. registrazione unica IVA e OSS potenziato
A partire dal 1° luglio 2028, le imprese che operano in più Stati membri non dovranno più aprire una posizione IVA in ogni Paese. Il sistema OSS (One Stop Shop) sarà esteso a nuove operazioni, come le vendite B2C di elettricità e gas (già a partire dal 1° gennaio 2027) e i trasferimenti di beni all’interno dell’UE destinati alla vendita successiva. Sempre a partire dal 1° luglio 2028 verrà abolito il regime semplificato , introdotto nel 2020. Inoltre, si amplierà l’obbligo di reverse charge per i casi in cui il fornitore non è nè stabilito, né identificato ai fini IVA nello Stato membro in cui l’imposta è dovuta.
Il calendario delle principali tappe normative
L’introduzione del pacchetto VIDA non sarà immediata, ma seguirà una tabella di marcia ben definita. Ecco le tappe più rilevanti per le imprese:
Data | Cosa cambia |
2025 | Fatturazione elettronica consentita per le transazioni nazionali B2B e B2C senza approvazione UE |
1° gennaio 2027 | Estensione OSS a nuovi settori (gas, energia) |
1° luglio 2028 | Inizio del nuovo OSS, obbligo di reverse charge, regime fornitore presunto (facoltativo) |
1° gennaio 2030 | Obbligo per le piattaforme digitali di riscuotere l’IVA |
1° luglio 2030 | Fatturazione elettronica obbligatoria per B2B intra-UE; DRR in tempo reale |
1° gennaio 2035 | Allineamento dei modelli di fatturazione elettronica nazionali, adottati prima del 2024, agli standard dell’UE. |
Meno burocrazia, più controllo
VIDA promette meno adempimenti ripetitivi per le aziende, che potranno centralizzare la gestione IVA e ridurre i margini d’errore grazie all’automazione. Allo stesso tempo, però, introduce un livello di controllo molto più stringente.
Le autorità fiscali riceveranno i dati in tempo quasi reale, rendendo molto più difficile evadere o ritardare i pagamenti. Il sistema sarà anche più equo: chi opera in modo tradizionale e chi vende su piattaforme sarà trattato alla pari, evitando squilibri competitivi.
Le ricadute per le imprese
Per molte aziende, questa riforma segna l’inizio di una trasformazione digitale inevitabile. Non si tratta solo di aggiornare i formati delle fatture, ma di ripensare l’intero flusso amministrativo, dalla gestione della contabilità alla comunicazione con le autorità fiscali.
Le imprese dovranno:
- adottare sistemi di fatturazione elettronica compatibili con gli standard europei (EN 16931);
- attivare processi interni per l’invio delle nuove comunicazioni digitali DRR;
- prepararsi alla gestione centralizzata dell’IVA tramite OSS;
- verificare se le prestazioni gestite tramite piattaforme ricadono nel regime del fornitore presunto ai fini IVA.
Un supporto affidabile per affrontare la transizione
L’introduzione della riforma VIDA implica un adeguamento operativo rilevante per le imprese. A cambiare non sarà solo il formato delle fatture, ma l’intero approccio alla gestione dell’IVA e alla comunicazione con le autorità fiscali.
In questo contesto, strumenti come l’emissione di fatture in formato elettronico conforme agli standard europei, la tracciabilità digitale dei documenti e la conservazione a norma dei dati assumono un ruolo strategico per garantire efficienza operativa e rispetto degli obblighi normativi.
Tinexta Infocert offre alle imprese soluzioni affidabili e integrate per supportare questa transizione, fornendo le tecnologie e le competenze necessarie per affrontare con consapevolezza l’evoluzione del sistema IVA europeo.
FAQ – Riforma VIDA, digitalizzazione IVA e fatturazione elettronica UE
Cos’è la riforma VIDA e come cambia la gestione dell’IVA in Europa?
La riforma VIDA (VAT in the Digital Age) è una normativa europea che rivoluziona la gestione dell’IVA attraverso la digitalizzazione obbligatoria, la fatturazione elettronica e la rendicontazione digitale. L’obiettivo è semplificare gli adempimenti fiscali e ridurre le frodi nelle transazioni intra-UE.
Quando diventa obbligatoria la fatturazione elettronica intra-UE secondo la riforma VIDA?
Dal 1° luglio 2030 la fatturazione elettronica sarà obbligatoria per tutte le operazioni B2B transfrontaliere nell’Unione Europea, utilizzando il formato standard europeo EN 16931. Alcuni Paesi potranno anticipare l’obbligo già dal 2025 per le operazioni nazionali.
Cosa sono i Digital Reporting Requirements (DRR) e come impattano sull’IVA?
I DRR sono requisiti di rendicontazione digitale che prevedono l’invio quasi in tempo reale dei dati delle transazioni alle autorità fiscali. Questo sistema sostituisce gli elenchi riepilogativi VIES e aumenta trasparenza, controllo e contrasto all’evasione fiscale.
Quali sono le responsabilità fiscali delle piattaforme digitali come Airbnb e Uber con la riforma VIDA?
Dal 1° gennaio 2030 (opzionale dal 2028), le piattaforme digitali che facilitano affitti brevi o trasporto passeggeri saranno responsabili del calcolo e del versamento dell’IVA, agendo come “fornitore presunto” quando il vero fornitore non applica correttamente l’imposta.
Come funziona il sistema OSS potenziato e quali vantaggi offre alle imprese?
Il sistema OSS (One Stop Shop) permette alle imprese di gestire in modo centralizzato l’IVA per le vendite a consumatori finali in più Stati membri UE. Dal 1° luglio 2028, l’OSS sarà esteso a nuovi settori e abolirà la necessità di aprire posizioni IVA multiple, semplificando notevolmente gli adempimenti fiscali.
Le imprese devono già prepararsi alla riforma VIDA nel 2025?
Sì, anche se molte scadenze sono future, dal 2025 gli Stati membri possono introdurre obbligatoriamente la fatturazione elettronica nazionale. Le imprese devono iniziare subito a pianificare l’adeguamento a sistemi compatibili con gli standard europei e preparare processi di invio digitale dei dati.
Quali strumenti tecnologici servono per adeguarsi alla riforma VIDA?
Le aziende devono dotarsi di software per:
- emissione di fatture elettroniche conformi al formato europeo EN 16931;
- invio automatico e in tempo reale dei dati di rendicontazione digitale (DRR);
- gestione unificata dell’IVA con il sistema OSS;
- conservazione digitale a norma dei documenti fiscali.