Il regime forfettario, scelto da molti imprenditori e lavoratori autonomi per la sua semplicità di gestione e per la tassazione agevolata rispetto al regime ordinario, è stato negli anni oggetto di frequenti modifiche.
Dopo un iniziale periodo di esclusione dall’obbligo di fatturazione elettronica, dal 2024 le partite IVA in regime forfettario sono state pienamente integrate nel sistema digitale. Il 2025 non è da meno in fatto di cambiamenti: prima le nuove regole sulle fatture semplificate, e ora quelle relative al Reverse Charge, che entreranno in vigore dal prossimo ottobre.
Vediamo nel dettaglio quali sono le novità riguardanti il meccanismo dell’inversione contabile.
IVA e regime forfettario: cosa cambia con il Reverse Charge
Dal 1° ottobre 2025, in base al Decreto Fiscale Correttivo-bis, cambiano le modalità di versamento dell’IVA per le partite IVA in regime forfettario che ricevono fatture soggette a inversione contabile.
Quello che oggi è un adempimento mensile diventerà trimestrale.
La novità ha un duplice effetto: da un lato semplifica la gestione finanziaria, dall’altro riduce la probabilità di commettere errori nei versamenti. Inoltre, consente ai contribuenti di concentrare più adempimenti in un’unica scadenza, migliorando la pianificazione delle risorse e offrendo maggiore respiro nella gestione della liquidità.
Per chi gestisce la propria contabilità in autonomia, questo cambiamento rappresenta un vero e proprio alleggerimento burocratico, in linea con la logica di semplificazione che caratterizza questo regime contabile.
Partita IVA regime forfettario: le nuove scadenze dal 2025
Fino al 30 settembre 2025, chi aderisce al regime fiscale forfettario deve versare l’IVA derivante dal Reverse Charge entro il 16 del mese successivo all’operazione. Dal 1° ottobre 2025, invece, il pagamento diventa trimestrale, con queste scadenze:
- 16 maggio per il primo trimestre;
- 20 agosto per il secondo;
- 16 novembre per il terzo;
- 16 febbraio dell’anno successivo per il quarto.
Al di là delle nuove scadenze, il meccanismo del Reverse Charge non cambia, rimane lo stesso nelle sue logiche operative che andiamo a ricordare brevemente.
Reverse charge: in cosa consiste e come funziona
Il Reverse Charge o inversione contabile è un meccanismo che sposta l’obbligo di versare l’IVA dal fornitore al cliente. Si applica in due principali contesti:
- operazioni interne specifiche tra soggetti passivi IVA in Italia, quali servizi di pulizia, lavori edili o subappalti, previste dagli artt. 17 e 74 del DPR 633/72;
- operazioni esterne, ovvero transazioni con fornitori UE o extra-UE.
Nel Reverse Charge interno e in quello esterno con fornitore UE, il venditore emette fattura senza addebito di IVA. Il cliente integra la fattura con l’imposta e la registra sia nel registro IVA acquisti sia in quello vendite.
Con fornitori extra-UE, invece, l’acquirente emette un’autofattura che registra nei due registri IVA.
In entrambi i casi, la doppia registrazione rende neutrale l’operazione ai fini IVA, pur comportando l’obbligo di versamento dell’imposta.
Regime forfettario e tassazione: le risposte ai dubbi più frequenti
Dopo aver ricordato brevemente le regole del Reverse Charge, vediamo più da vicino le caratteristiche del regime forfettario, rispondendo ad alcune delle domande più comuni.
1. Cosa vuol dire essere in regime forfettario?
Essere in regime forfettario significa adottare un regime fiscale agevolato, pensato per professionisti e piccoli imprenditori. Prevede un’imposta sostitutiva ridotta, al posto di IRPEF, addizionali e IRAP, e una gestione semplificata della contabilità.
2. Qual è la soglia del regime forfettario?
La soglia di accesso al regime forfettario è fissata a 85.000 euro, calcolati sui ricavi o compensi percepiti nell’anno precedente. Se l’attività non copre l’intero anno, i ricavi vanno rapportati a 12 mesi.
Occorre ricordare che la soglia non è l’unico requisito: sono previsti anche altri vincoli, come ad esempio il limite alle spese per lavoro dipendente e l’esclusione per chi partecipa a società di persone o a SRL.
3. Come funziona il regime forfettario?
Il funzionamento è basato sull’applicazione di un coefficiente di redditività, variabile a seconda del settore. Al risultato si applica l’imposta sostitutiva (generalmente del 15%, ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività). Non è prevista la detrazione dei costi reali, ma solo una deduzione forfettaria.
Questo sistema rappresenta il cuore del calcolo della tassazione nel regime forfettario.
4. Quale relazione esiste tra regime forfettario e IVA?
Chi emette una fattura in regime forfettario non addebita l’imposta, ma al tempo stesso non ha diritto alla detrazione dell’IVA sugli acquisti. Tuttavia, come abbiamo visto, nel caso del Reverse Charge è comunque obbligato a versare l’imposta.
5. Come deve comportarsi il contribuente forfettario in caso di Reverse Charge?
Il contribuente forfettario deve integrare correttamente la fattura ricevuta o emettere autofattura (a seconda dei casi), trasmetterla al Sistema di Interscambio e versare l’IVA con modello F24 entro le scadenze previste. Pur non dovendo presentare la dichiarazione IVA annuale, resta obbligato a rispettare queste regole.
Va precisato che, nelle operazioni interne, il meccanismo si attiva solo se il fornitore non è egli stesso in regime forfettario. Per le operazioni esterne, la situazione è più articolata:
- per gli acquisti di servizi, l’IVA è sempre assolta dal committente italiano, anche se forfettario;
- per gli acquisti di beni, invece, esiste una soglia di 10.000 euro: al di sotto, gli acquisti sono trattati come interni, mentre al di sopra si applicano le specifiche regole del Reverse Charge.
Uno strumento pensato per i forfettari: Legalinvoice GO di Tinexta Infocert
Per chi i contribuenti forfettari che devono gestire anche adempimenti come il Reverse Charge, la tecnologia può fare la differenza. Una soluzione utile è Legalinvoice GO di Tinexta Infocert, pensata proprio per imprese e professionisti che lavorano con questo regime.
I principali vantaggi di Legalinvoice GO sono:
- emissione e ricezione illimitata di fatture elettroniche;
- invio automatico al Sistema di Interscambio (SDI);
- gestione di DDT, preventivi e note credito;
- conservazione a norma per 10 anni, come previsto dalla legge;
- nessun software da installare grazie all’accesso diretto da web.
Queste caratteristiche fanno di Legalinvoice GO un alleato prezioso per i forfettari, che possono gestire i propri adempimenti fiscali in modo più rapido, sicuro e senza rischi di errori.
FAQ – Regime Forfettario e Reverse Charge
1. Che cos’è il regime forfettario?
È un regime fiscale agevolato per professionisti e piccoli imprenditori con imposta sostitutiva ridotta e contabilità semplificata.
2. Qual è la soglia di accesso al regime forfettario?
Si può aderire fino a 85.000 euro di ricavi o compensi annui, con limiti anche su dipendenti e partecipazioni societarie.
3. Come funziona il Reverse Charge per i forfettari?
Il cliente integra la fattura ricevuta con l’IVA e la registra, oppure emette autofattura per acquisti extra-UE, versando l’imposta entro le scadenze.
4. Come cambiano le scadenze dei versamenti IVA dal 1° ottobre 2025?
I versamenti dell’IVA derivante dal Reverse Charge diventano trimestrali: 16 maggio, 20 agosto, 16 novembre e 16 febbraio dell’anno successivo.
5. Perché i forfettari devono conoscere il Reverse Charge?
Perché, anche senza presentare la dichiarazione IVA, devono integrare o autofatturare correttamente le operazioni soggette a inversione contabile e rispettare le scadenze.