La CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive), ovvero la Direttiva (UE) 2022/2464, sta introducendo cambiamenti significativi nel quadro normativo relativo alla rendicontazione di sostenibilità aziendale.
Le scadenze originariamente previste per l’entrata in vigore degli obblighi sono state posticipate dalla Direttiva europea “stop the clock” (Direttiva (UE) 2025/794), pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 16 aprile 2025 ed entrata in vigore il giorno successivo.
Oltre a modificare i termini di applicazione della CSRD, la stessa direttiva ha rinviato anche gli obblighi legati alla due diligence (CSDDD) per alcune categorie di imprese.
A livello nazionale, le disposizioni europee sono state recepite con la Legge 118/2025, che ha convertito il D.L. 95/2025 (il cosiddetto “Decreto Economia”), spostando di due anni gli adempimenti della CSRD già recepita in Italia con il D.Lgs. 125/2024.
Di seguito analizziamo nel dettaglio come queste novità influenzeranno gli obblighi di rendicontazione delle aziende.
Che cos’è la CSRD e come cambiano gli obblighi alla luce del recente rinvio
La è la normativa europea che definisce i nuovi standard per la rendicontazione di sostenibilità aziendale. Il suo obiettivo principale è rendere le informazioni ESG (ambientali, sociali e di governance) più trasparenti, coerenti e confrontabili tra le imprese.
Nonostante il percorso di attuazione abbia subito un rinvio, modificando le tempistiche iniziali per l’entrata in vigore degli obblighi, gli obiettivi della CSRD restano invariati. Ciò significa che le imprese dovranno comunque adeguarsi ai requisiti previsti, seguendo criteri e scadenze aggiornati.
Vediamo nel dettaglio quali aziende sono coinvolte e quando entreranno in vigore gli adempimenti.
1. Quali aziende sono soggette alla CSRD?
L’obbligo di rendicontazione si applica progressivamente a un numero crescente di imprese, con criteri basati sulla loro dimensione e tipologia:
1. grandi imprese di interesse pubblico: imprese quotate, banche, assicurazioni con:
- più di 500 dipendenti
- stato patrimoniale ≥ 25 mln €
- fatturato ≥ 50 mln €;
2. grandi imprese non quotate con:
- almeno 250 dipendenti
- stato patrimoniale ≥ 25 mln €
- fatturato ≥ 50 mln €;
3. PMI quotate, piccole banche non complesse e assicurazioni captive;
4. filiali e succursali di capogruppo extra-UE con ricavi > 150 mln € nell’UE negli ultimi due esercizi consecutivi, che:
- siano soggette a CSRD;
- oppure abbiano un fatturato ≥ 40 mln €.
2. Quando entrerà in vigore la direttiva CSRD?
A seguito delle modifiche introdotte dalla direttiva “stop the clock” e dalla Legge 118/2025, il nuovo calendario degli adempimenti è il seguente:
- esercizi finanziari dal 1° gennaio 2024: per le grandi imprese di interesse pubblico già soggette alla precedente normativa NFRD (con rendicontazione nel 2025);
- esercizi finanziari dal 1° gennaio 2027: per le altri grandi imprese (con rendicontazione nel 2028);
- esercizi finanziari dal 1° gennaio 2028: per le PMI quotate e le imprese non-UE (con rendicontazione nel 2029).
CSRD: rinvio, complessità e supporto alle imprese
La CSRD rappresenta un passo importante per migliorare la qualità, la trasparenza e la comparabilità della rendicontazione ESG. Tuttavia, l’adozione della Direttiva “stop the clock” si è resa necessaria a causa della complessità e del carico amministrativo che le nuove regole comportano, in particolare per le imprese di dimensioni minori.
Il rinvio ha l’obiettivo di concedere più tempo alle aziende per prepararsi e di permettere all’Europa di perfezionare gli standard di rendicontazione.
In questo contesto, l’UE ha promosso la creazione di standard volontari per le VSME(Voluntary Sustainability Reporting for Small and Medium Enterprises), pensati per supportare le piccole e medie imprese nell’avvicinarsi gradualmente agli obiettivi ESG, senza gravare sugli stessi oneri imposti ai grandi gruppi.
La Due Diligence si allinea: le nuove tempistiche per la CSDDD
Grazie alla direttiva “stop the clock”, anche le tempistiche di attuazione della Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) sono state ricalibrate per alleggerire il carico normativo per le imprese e garantire una maggiore coerenza e armonizzazione con le nuove scadenze della CSRD.
La direttiva CSDDD impone alle aziende di adottare un approccio di due diligence lungo l’intera catena del valore, per identificare, prevenire e mitigare gli impatti negativi delle loro attività sui diritti umani e sull’ambiente.
Le due direttive, pur avendo obiettivi distinti, sono strettamente correlate e si rafforzano a vicenda, contribuendo a costruire un ecosistema d’impresa più trasparente e responsabile.
CSRD: significato del rinvio e vantaggi strategici per le imprese
Il rinvio delle scadenze non deve essere visto come un invito a procrastinare, ma al contrario, come una preziosa opportunità strategica.
La complessità dei nuovi standard di rendicontazione (ESRS) e la mole di dati richiesti per l’ESG reporting rendono la preparazione un processo lungo e meticoloso. Le imprese che sfrutteranno questo periodo extra si troveranno in netto vantaggio: potranno perfezionare i propri sistemi di raccolta dati, formare il personale e integrare la sostenibilità nelle decisioni aziendali a tutti i livelli.
Ritardare l’adeguamento equivarrebbe a mancare un’occasione cruciale per rafforzare la propria reputazione e la fiducia degli stakeholder. Un rating ESG elevato e una reportistica credibile saranno sempre più determinanti per l’accesso a finanziamenti, per attirare talenti e per posizionarsi come leader nel mercato.
In sostanza, il rinvio non è una pausa, ma un invito ad agire con lungimiranza: le aziende che sapranno trasformare la compliance in un percorso di profonda trasformazione interna saranno in grado di costruire un futuro solido e duraturo.
FAQ – Obbligo CSRD e rendicontazione di sostenibilità
1. Cos’è la CSRD e a chi si applica?
La CSRD è la direttiva europea sulla rendicontazione di sostenibilità e riguarda grandi imprese, PMI quotate e filiali UE di gruppi extra-UE.
2. Quando entrano in vigore gli obblighi CSRD?
Gli obblighi CSRD partono:
- dal 1° gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico già soggette alla NFRD, con rendicontazione nel 2025;
- dal 1° gennaio 2027 per le altre grandi imprese, con rendicontazione nel 2028;
- dal 1° gennaio 2028 per le PMI quotate e le imprese non-UE, con rendicontazione nel 2029.
3. Cosa prevede la direttiva “stop the clock”?
Il rinvio posticipa di due anni gli adempimenti CSRD e CSDDD, dando più tempo alle aziende per prepararsi.
4. Quali vantaggi strategici offre il rinvio della CSRD?
Le imprese possono migliorare raccolta dati ESG, formazione del personale e integrazione della sostenibilità nelle decisioni aziendali.
5. Come prepararsi agli adempimenti CSRD?
Le aziende devono aggiornare sistemi di raccolta dati ESG, formare il personale e integrare la sostenibilità nei processi decisionali.