Dall’Estonia all’Italia, una ricetta per l’Identità Digitale e la digitalizzazione del nostro Paese.
Proviamo a chiudere gli occhi per un momento ed immaginare uno Stato in cui sia possibile aprire una nuova azienda o una attività commerciale in meno di 20 minuti, presentare la dichiarazione dei redditi in 5 minuti, gestire il nostro conto in banca, richiedere o rinnovare una patente di guida, consegnare delle pratiche universitarie o modificare il nostro piano pensionistico direttamente dal nostro smartphone. Uno Stato in cui possiamo fare tutto ciò online, senza muovere un passo verso un ufficio, senza lunghe ed estenuanti attese del nostro turno allo sportello, senza stampare, compilare e consegnare a mano un solo foglio di carta. A questo punto possiamo anche aprire gli occhi e smettere di immaginare, perché non abbiamo descritto un sogno ma la realtà.
Il quadro appena delineato esprime un potenziale ancora inesplorato in Italia, ma una realtà che si è concretizzata già da qualche anno in Estonia, uno tra i Paesi più digitalmente avanzati a livello internazionale.
LA RIVOLUZIONE DIGITALE ESTONE: E-BUSINESS, PAGAMENTI MOBILE E IMPRENDITORIA “BUROCRACY-FREE”
Siret Schutting, direttrice dell’e-Estonia Showroom tra il 2014 e il 2015, ha dichiarato che il successo della rivoluzione digitale Estone è dipeso in buona parte dalla collaborazione tra governo, banche e cittadini.
All’inizio degli anni ’90, con il crollo dell’Unione Sovietica e la conquista dell’indipendenza, la nuova classe politica Estone ha subito cercato un modo per rilanciare l’economia del Paese. Le banche avevano lanciato allora l’online banking, ma in pochi sapevano utilizzarlo e gli uffici pubblici erano pieni di personale il cui lavoro era in gran parte quello di stampare moduli. Per recuperare in efficienza e ridurre gli sprechi, banche, Governo e società di telecomunicazioni hanno lavorato insieme per creare un ambiente digitale che facesse risparmiare tempo e soldi.
Oggi, più del 95% della popolazione dell’Estonia possiede una ID card (carta d’identità elettronica) che, oltre ad identificare il suo proprietario, è utilizzata come patente, tessera elettorale, tessera sanitaria e codice fiscale. Successivamente è stata introdotta la Mobile ID, una carta d’identità elettronica contenente una sim che è possibile inserire sul proprio pc, tablet o smartphone per trasformarlo in un dispositivo dotato di firma elettronica con cui firmare documenti e contratti a distanza, accedere al proprio conto in banca e ai servizi di E-government, fare acquisti ed effettuare pagamenti di ogni tipo (dalle tasse al biglietto dell’autobus).
Persino la procedura necessaria ad aprire una società in Estonia è stata totalmente digitalizzata. Per completare il processo ad un imprenditore bastano 18 minuti del suo tempo e la propria carta d’identità elettronica (contenente le sue impronte digitali e la sua firma elettronica). La semplicità della procedura e l’assenza di vincoli fisici ha spinto il Paese ad aprire il mercato agli stranieri attraendo così denaro e investitori.
LA RICETTA CHE VORREMMO PER L’ITALIA IN DIGITALE
Qui su Futuro Digitale abbiamo raccontato e descritto in numerosi articoli le opportunità, il risparmio e i vantaggi che potremmo ottenere, anche in Italia, dall’utilizzo diffuso di strumenti digitali quali PEC, fatturazione elettronica, firma digitale, identità digitale e dalla digitalizzazione di tutti processi aziendali ed amministrativi. La crescita digitale e lo sviluppo economico dell’Estonia (basti sapere che l’uso diffuso della firma digitale permette al Paese di risparmiare il 2% del PIL ogni anno) ne dimostrano la validità.
Affinché la crescita digitale dell’Italia e il neonato Sistema Pubblico di Identità Digitale (SPID) possano rafforzarsi e dar vita ad una vera e propria rivoluzione bisognerà soddisfare alcune condizioni.
Attraverso SPID, la Pubblica Amministrazione e i privati aderenti al sistema dovranno offrire una serie di servizi dedicati, con benefici che altre forme di autenticazione non offrono. Perché tali servizi vengano utilizzati serviranno poi persone in grado di usarli, è quindi necessario puntare sulla semplicità e sulla formazione. Infine, sarà necessario spingere, da un lato le Pubbliche Amministrazioni e dall’altro i cittadini, alluso dell’identità digitale attraverso una serie di obblighi ed incentivi e fornire un numero di servizi sempre più ampio.
24 febbraio 2016