TRA 30 ANNI LA SANITÀ POTREBBE ARRIVARE A COSTARE AL NOSTRO PAESE UN SESTO DELLA SPESA TOTALE. COME REAGIRE?
Mercoledì 11 ottobre, presso la “Sala della Lupa” della Camera dei deputati, in piazza Montecitorio a Roma, ha avuto luogo il convegno “Sanità elettronica e processi digitali nel settore della salute”. L’incontro, organizzato dall’Associazione Italian Digital Revolution (AIDR), ha coinvolto l’Agenzia per l’Italia digitale (AgID), l’Agenzia Nazionale Per I Giovani, Formez PA, la Regione Lazio e la fondazione “I Sud del mondo”.
Obiettivo: analizzare i risultati raggiunti finora, gli ostacoli da superare e le azioni da intraprendere nell’immediato futuro per promuovere e portare avanti il processo di digitalizzazione del sistema sanitario italiano.
IL SISTAMA SANITARIO ITALIANO DI FRONTE A UN BIVIO
Secondo Mauro Nicastri, presidente dell’AIDR e dirigente in AgID, la sanità italiana si trova di fronte a un bivio e per imboccare la strada di uno sviluppo sostenibile non potrà fare a meno dell’innovazione digitale.
La spesa sanitaria è destinata a crescere parallelamente all’invecchiamento della popolazione e, già oggi, l’Italia risulta essere il Paese più vecchio d’Europa con il 22,3% di cittadini oltre i 65 anni d’età[1]. Tra circa 30 anni, la percentuale di cittadini italiani ultrasessantenni supererà il 35% e la sanità potrebbe arrivare a costare al nostro Paese un sesto della spesa totale.
Le tecnologie digitali permettono di far fronte a questo scenario eliminando, anzitutto, la burocrazia e la carta a favore di cartelle cliniche e ricette mediche elettroniche. Queste permetterebbero già di ridurre la spesa sanitaria del 10-15%, risparmiando così 20 miliardi (cifra pari a un punto del PIL). Cartella clinica digitale, Fascicolo sanitario elettronico, prescrizioni elettroniche di medicinali e prestazioni sanitarie, sono tutte innovazioni in grado di migliorare la qualità delle cure mediche e ospedaliere con processi più efficienti e interazioni più immediate tra pazienti, medici, farmacisti, terapeuti, strutture ospedaliere e laboratori.
GLI OSTACOLI SULLA VIA DELL’INNOVAZIONE DIGITALE
Come spesso accade, lungo il percorso che porta alla digitalizzazione del mondo sanitario non mancano però degli ostacoli da rimuovere.
Un primo problema riguarda la disponibilità di risorse economiche. Dati diffusi dall’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano ci dicono che nel 2016 solo l’1,1% delle spese sostenute in ambito sanitario sono state destinate alla digitalizzazione del sistema. Una percentuale in calo del 5% rispetto l’anno precedente.
Vi è sicuramente un divario da colmare, in termini di efficienza e funzionalità, tra la sanità nel Nord e nel Sud del Paese. Un divario che, secondo la deputata e capogruppo del Movimento 5 stelle in Commissione Affari sociali, Dalila Nesci, «tende ad aumentare per i minori trasferimenti alla sanità meridionale, per prassi invalse nella gestione dei piani di rientro e per un diffuso clientelismo, nel Mezzogiorno, che è di grave ostacolo alla programmazione e all’innovazione».
Da non sottovalutare è anche la resistenza, da parte di medici e personale impiegato in enti e aziende ospedaliere, ad adottare nuove tecnologie che richiedono cambiamenti di tipo organizzativo e il venir meno di pratiche e processi consolidati ma poco efficienti in termini di costi e produttività. La scarsa cultura digitale è probabilmente il maggior limite per il rilancio del nostro Paese in ogni settore economico, compreso quello della sanità.
Negli ultimi mesi del 2017 tutte le Regioni d’Italia dovrebbero concludere lo sviluppo dei propri Fascicoli sanitari elettronici e garantirne l’interoperabilità, anche se ad oggi risultano essere solamente 15 le regioni attive e con percentuali di servizi del Fascicolo realizzati spesso ancora ridotte. Dati in tempo reale relativi al Fascicolo sanitario elettronico sono consultabili alla sezione monitoraggio del sito web www.fascicolosanitario.gov.it.
PROGETTI IN CORSO SOLUZIONI DIGITALI PER IL SETTORE SANITARIO
Per dare nuova linfa al processo di innovazione della sanità italiana sarebbe necessario valorizzare di più e meglio le iniziative già avviate, utilizzare meglio le risorse economiche disponibili e formare le competenze digitali di cittadini e operatori sanitari coinvolgendoli direttamente nel processo di innovazione.
Un primo segnale positivo arriva dal PON[2] Governance “ICT per la salute”, un progetto che intende rivedere i processi di gestione delle malattie croniche attraverso modelli innovativi supportati dalle tecnologie digitali. Modelli innovativi in grado di offrire cure migliori e contenere le spese necessarie alla gestione di questo tipo di malattie. Per il progetto, da portare a compimento entro il 2023, sono stati stanziati 21.154.946,00 euro.
Altro segnale incoraggiate è la fondazione, l’8 febbraio 2017, dell’Associazione Scientifica per la Sanità Digitale (ASSD). Tra i suoi obbiettivi: promuovere il costante aggiornamento delle competenze in linea con le richieste derivanti dal progresso scientifico e tecnologico; supportare i professionisti della salute nell’avvio e perfezionamento di percorsi di sanità digitale; promuovere la cultura della sanità elettronica con programmi di formazione.
Anche InfoCert promuove la digitalizzazione in ambito sanitario con soluzioni digitali e tecnologie utili a realizzare nuovi processi e servizi per venire incontro alle esigenze degli assistiti, ottimizzare la gestione informatica di una serie di procedure, semplificare il lavoro di medici e operatori sanitari a beneficio dei loro pazienti e di tutto il sistema.
SULLE SOLUZIONI INFOCERT PER IL SETTORE SANITARIO
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25 ottobre 2017
[1] Fonte dati: ISTAT.
[2] Programma Operativo Nazionale.