ESG è oggi una delle sigle più ricorrenti nel dibattito su economia, regolamentazione e strategie d’impresa. L’attenzione verso le tematiche ambientali, sociali e di governance non riguarda più solo la responsabilità etica delle aziende, ma è diventata parte integrante della loro strategia di sviluppo, innovazione e competitività.

Non si tratta soltanto di rispettare normative o ottenere una certificazione ESG, ma di integrare questi principi nel cuore delle decisioni aziendali, per rendere l’azienda più sostenibile e capace di affrontare un contesto normativo ed economico in rapida evoluzione.

ESG significato e ESG acronimo: fondamentali per la transizione sostenibile

L’acronimo ESGEnvironmental, Social and Governance – rappresenta un insieme di criteri utilizzati per valutare l’impatto ambientale, sociale e gestionale di un’organizzazione. Questi criteri sono diventati parametri fondamentali non solo per gli investitori, ma anche per istituzioni finanziarie, partner commerciali e consumatori.

Le imprese che adottano una visione strategica dell’ESG vanno oltre l’obbligo normativo: costruiscono un’identità aziendale coerente con gli SDGs (Sustainable Development Goals) delle Nazioni Unite, migliorano la gestione del rischio e rafforzano la propria posizione nei mercati internazionali, anche in termini di rating ESG.

Pacchetto Omnibus UE: più spazio alla strategia, meno burocrazia

Per rendere più agevole l’implementazione pratica dei principi ESG, la Commissione Europea ha avanzato la proposta del Pacchetto Omnibus che mira a semplificare gli adempimenti di rendicontazione sulla sostenibilità per le imprese.

Le misure previste nel Pacchetto puntano a ridurre il divario tra gli obblighi normativi e la capacità reale delle imprese, specialmente quelle di piccole e medie dimensioni, di adempierli in modo efficace e credibile.

Tra le principali proposte della Commissione vi sono:

  • aumento delle soglie dimensionali per la rendicontazione CSRD: se approvata, questa modifica limiterebbe l’applicazione della direttiva alle aziende con oltre 1.000 dipendenti e almeno 50 milioni di euro di fatturato netto, escludendo circa l’80% delle imprese ora incluse nel perimetro di rendicontazione;
  • posticipo delle scadenze per la prima applicazione della CSRD: le scadenze per la prima applicazione della CSRD potrebbero essere posticipate di due anni per le aziende che ancora non hanno iniziato a rendicontare. Questo per consentire alle imprese di adeguarsi senza investimenti prematuri;
  • semplificazione della rendicontazione ESG: il pacchetto Omnibus si prefigge di rendere il sistema di rendicontazione ESG più proporzionato e sostenibile, in particolare per le imprese non finanziarie;
  • revisione della CSRD e della Tassonomia UE: si propone una semplificazione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e della Tassonomia UE, ovvero il sistema di classificazione che stabilisce quali sono le attività economiche ritenute sostenibili;
  • riconsiderazione del concetto di materialità: il Pacchetto introduce un ripensamento del concetto di materialità, definendo chi deve rendicontare, cosa includere e con quale livello di dettaglio;
  • revisione degli ESRS: gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) saranno rivisti per migliorare la coerenza e ridurre il numero di indicatori richiesti;
  • soglia di materialità finanziaria per la Tassonomia UE: per le imprese non finanziarie, è prevista l’introduzione di una soglia di materialità finanziaria del 10%, che consente di escludere dal reporting le attività che rappresentano meno del 10% del fatturato, degli investimenti o delle spese operative;
  • flessibilità nella rendicontazione dell’OpEx: per le imprese non finanziarie, è prevista la possibilità di omettere la rendicontazione dell’OpEx per un’attività che rappresenta meno del 25% del fatturato aziendale;
  • introduzione dell’allineamento parziale alla Tassonomia: il Pacchetto introduce la possibilità di segnalare l’allineamento parziale di un’attività con i criteri della Tassonomia.

Queste modifiche spostano l’attenzione da una rendicontazione eccessivamente dettagliata e burocratica a una rendicontazione più strategica, focalizzata su ciò che è realmente significativo per ciascuna impresa.

La doppia materialità come principio guida

Uno degli aspetti più valorizzati dal Pacchetto Omnibus è il rafforzamento del principio di doppia materialità. Questo principio, cardine della CSRD, impone di valutare non solo come l’ambiente e la società influenzino le performance economico-finanziarie dell’azienda, ma anche come l’attività dell’azienda impatti su ambiente e società.

Il Pacchetto Omnibus chiarisce che le informazioni ESG devono essere fornite solo se “materiali”, cioè rilevanti per il modello di business e per gli stakeholder, eliminando così il gap tra aspettative e azioni reali.

In questo modo, l’integrazione tra strategia aziendale e normative ESG diventa più concreta: non si tratta solo di adempiere a obblighi formali, ma di guidare le scelte operative e gli investimenti attraverso una visione sostenibile e consapevole, anche attraverso il ruolo strategico dell’IA per l’analisi dei dati e la previsione degli impatti.

La valutazione secondo i criteri ESG, quindi, diventa centrale per orientare le decisioni aziendali.

Strategie aziendali ed ESG: una relazione da rafforzare

L’adozione di una strategia aziendale orientata all’ESG è sempre più spesso un elemento distintivo di successo. L’integrazione dei criteri Environmental, Social e Governance nella pianificazione strategica permette di anticipare i cambiamenti normativi, migliorare l’accesso ai capitali, aumentare la resilienza e generare valore nel lungo termine.

Il Pacchetto Omnibus favorisce proprio questo approccio: alleggerendo gli adempimenti formali, lascia maggiore spazio alla sostanza, ossia alla coerenza tra ciò che l’azienda fa e ciò che comunica nel proprio bilancio di sostenibilità. Non è un invito al greenwashing, bensì un’opportunità per costruire un percorso solido e graduale verso l’integrazione della sostenibilità nel core business.

Le imprese sono chiamate a ridefinire i propri obiettivi e i propri indicatori di performance, non solo in funzione dei profitti, ma anche dell’impatto generato. Investire in sostenibilità è una grande opportunità per innovare, differenziarsi e costruire relazioni durature con clienti e stakeholder.

Questo cambiamento richiede anche di ripensare le strutture organizzative e di integrare nuove professioni e figure professionali che emergono in questo settore.

Le criticità del Pacchetto Omnibus: semplificazione o passo indietro?

Nonostante le intenzioni dichiarate dalla Commissione Europea di semplificare gli obblighi normativi senza compromettere gli obiettivi di sostenibilità, il Pacchetto Omnibus ha suscitato anche diverse critiche.

Il timore è che la riduzione degli obblighi di rendicontazione possa danneggiare la credibilità dell’Unione Europea sul fronte della sostenibilità, dando il segnale di un possibile arretramento.

Le principali preoccupazioni emerse riguardano:

  • la possibilità che la semplificazione generi incertezza giuridica, con effetti negativi sugli investimenti;
  • il rischio di un impatto negativo sulla competitività economica europea, dovuto all’introduzione di semplificazioni che non portano chiari benefici ambientali, ma possono generare oneri nuovi per le imprese.

Un nuovo equilibrio tra strategia, trasparenza e obblighi ESG

Nel contesto attuale, segnato da una crescente attenzione verso la sostenibilità e da un quadro normativo in continua evoluzione, le imprese sono chiamate a trovare un nuovo equilibrio tra strategia aziendale e obblighi ESG.

Il Pacchetto Omnibus, con le sue misure di semplificazione, rappresenta un’opportunità per ridefinire il modo in cui le aziende approcciano il reporting di sostenibilità, alleggerendo gli oneri burocratici ma al contempo rafforzando l’attenzione su ciò che è veramente significativo.

Per non tradire lo spirito della rendicontazione non finanziaria, tuttavia, è fondamentale mantenere elevati standard di trasparenza e garantire un’integrazione ESG autentica all’interno del modello di business. Le certificazioni ESG possono contribuire a questo obiettivo di trasparenza, offrendo una valutazione indipendente e standardizzata delle performance di sostenibilità dell’azienda.

L’adozione consapevole degli standard ESG, anche in una cornice più flessibile, può trasformarsi in un fattore competitivo, a patto che non venga meno l’impegno verso la qualità e la coerenza delle informazioni comunicate.