Le scadenze fiscali sono un obbligo al quale è tenuto ogni contribuente. Ma cosa succede se non si riesce ad assolvere in tempo a tale obbligo? Il fisco italiano prevede la possibilità di sanare l’omesso o l’insufficiente pagamento delle imposte: il ravvedimento operoso, tanto più oneroso quanto più lungo è il tempo che intercorre dal termine ufficiale al momento effettivo del versamento.

In sintesi, si può rimediare a irregolarità, omissioni e ritardi pagando una sanzione comunque inferiore all’esborso che toccherebbe sostenere nel caso di accertamento da parte dell’Agenzia delle Entrate.

La regolarizzazione spontanea della situazione debitoria nei confronti del fisco avviene tramite pagamento degli importi corrispondenti a:

  • Ammontare dell’imposta dovuta;
  • Totale degli interessi (sulla base del tasso legale annuo);
  • Sanzione in misura ridotta.

Quali sono le riduzioni previste nel ravvedimento operoso 2023?

Il D.Lgs. n.471/1997, art. 13, stabiliva una sanzione ordinaria pari al 30% delle somme non versate o versate in ritardo. Il D.Lgs. n.158/2015 ha cambiato la normativa vigente stabilendo che la sanzione ordinaria viene dimezzata, passando dal 30% al 15%, per chi effettua il ravvedimento operoso con un ritardo non superiore a 90 giorni dalla scadenza (introduzione del concetto di lieve ritardo).

Ecco, quindi, come si applicano le sanzioni per il ravvedimento operoso 2023:

  • fino a 14 giorni di ritardo: sanzione del 15% (ridotta a 1/15 per singolo giorno);
  • ritardo compreso tra 15 e 90 giorni: sanzione del 15%;
  • oltre 90 giorni per la regolarizzazione: sanzione del 30% (ordinaria).

Ravvedimenti operosi: esempi

Il ravvedimento per omessa dichiarazione dei redditi, o per errori, o ancora per presentazione parziale prevede l’applicazione di sanzioni ridotte (15%) o standard (30%) che vengono ulteriormente modulate in base alle tempistiche del ravvedimento.

Facciamo il caso che si regolarizzi la posizione debitoria entro 30 giorni dalla data regolare di scadenza del pagamento del tributo, la sanzione da versare sarà ridotta e pari all’1,5% dell’imposta dovuta corrispondente a 1/10 della sanzione ordinaria, ridotta alla metà. Se il ravvedimento invece non supera i 15 giorni, la sanzione del 15% viene ulteriormente ridotta a 1/15 (1%) per ogni singolo giorno di ritardo: motivo per cui la sanzione da pagare sarà dello 0,1% (=1/10 dell’1%) per ciascun giorno di ritardo.

Per riassumere, questi sono alcuni tra i principali scaglioni di ravvedimento operoso:

  • Ravvedimento sprint: si può esercitare entro e non oltre il 14° giorno dalla scadenza regolare del versamento e viene applicata una sanzione dello 0,1% giornaliero, fino ad un massimo dell’1,4%, più l’interesse al tasso legale;
  • Ravvedimento breve: per i versamenti eseguiti dopo il 14° giorno ma comunque entro il 30°, la sanzione è pari all’1,5% (1/10 del 15%), oltre all’interesse al tasso legale;
  • Ravvedimento intermedio: per i pagamenti eseguiti tra il 31° e il 90° giorno, si applica una sanzione dell’1,67% (1/9 del 15%), con l’aggiunta degli interessi al tasso legale;
  • Ravvedimento lungo: per versamenti eseguiti entro 1 anno la sanzione applicabile è del 3,75% (1/8 del minimo che oltre i 90 giorni è pari al 30%), oltre gli interessi al tasso legale;
  • Ravvedimento lunghissimo: per versamenti eseguiti oltre un anno (ravvedimento ultra-biennale) la sanzione prevista è pari al 5% (1/6 del minimo), oltre gli interessi al tasso legale.

Come si paga il ravvedimento operoso?

Per il pagamento del ravvedimento operoso sono necessari:

  • Modello F24 per versamento delle imposte sui redditi, delle relative imposte sostitutive, IVA, IRAP e imposta sugli intrattenimenti;
  • Modello F23 per il pagamento dell’imposta di registro e degli altri tributi indiretti;
  • Modello F24 Elide per tributi, sanzioni e interessi relativi alla registrazione dei contratti di locazione di beni immobili;
  • Codici tributo del ravvedimento operoso.

Relativamente al codice tributo corrispondere al tributo per il quale si provvede con il ravvedimento operoso, si può fare riferimento alla tabella dei codici dell’Agenzia delle Entrate.

Per quanto riguarda invece i modelli per il pagamento delle imposte sono accessibili online attraverso l’utilizzo di SPID, CIE o CNS. In particolare, il Sistema Pubblico di Identità Digitale consente non soltanto di accedere, ma anche di identificarsi per adempiere alle procedure telematiche della Pubblica Amministrazione.

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