Di Lino Telera – System Architect at InfoCert

È il punto di riferimento dell’innovazione digitale nel mondo. Un luogo storico dove si sono concentrati gli investimenti economici per la ricerca e soprattutto i progressi in ambito IT.

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Si, parliamo proprio della Silicon Valley, il posto che sin dai gloriosi anni 70-80 ha visto nascere l’informatica moderna, quella dei personal computer, e che anno dopo anno continua a regalarci novità nel settore.

Ma la frequentazione della Silicon Valley non è limitata a investitori, startup e grandi aziende. Oggi, figure come influencer e osservatori tecnologici vengono invitati a tavoli di discussione ed eventi come il Tech Field Day , che attualmente rappresenta uno dei momenti tecnologici più importanti su argomenti quali computing, storage, virtualizzazione, cloud, networking e sviluppi in campo mobile.

Nel corso dell’anno ho avuto l’onore e il piacere di partecipare all’edizione relativa al cloud computing, in occasione della quale, insieme ad altri influencer e leaders di community IT, ho avuto modo di incontrare aziende quali MinIO, Kasten e Morpheus. Vediamo in dettaglio.

MinIO

Prodotto ampliamente conosciuto dal “popolo” dei DevOps, MinIO è un object-storage particolarmente leggero dal punto di vista del consumo delle risorse, facile da gestire e soprattutto compatibile con il protocollo AWS S3.

Infatti, bastano poche istruzioni nei manifest per averlo disponibile all’interno di cluster Kubernetes. Il suo utilizzo è diffuso soprattutto nei casi d’uso di container stateful scalabili: vale a dire quando non si dispone di sistemi di storage che permettono l’accesso concorrenziale del dato.

Ma la facilità d’uso e l’installazione non sono i soli punti forti della tecnologia MinIO. Durante il Cloud Field Day 11, sono state presentate alcune feature interessanti, come la cifratura e la replica e le opzioni per la gestione del ciclo di vita del dato. La percezione che ne deriva è quella di un sistema molto simile al celeberrimo S3 object storage che AWS mette a disposizione come servizio gestito all’interno del cloud.

In chiusura è stato presentato qualche caso di uso nel mondo dei database. La mia impressione è che sistemi di storage a oggetti siano la miglior scelta per i database No-SQL che rappresentano oggi l’elemento chiave di gestione dei dati nelle Cloud-Native Applications. Pertanto, è sconsigliato l’uso come backend di storage nei RDBMS.

Kasten

La data-protection nell’ambito delle applicazioni cloud-native rappresenta la nuova sfida che vede interessate le aziende leader come Rubrik, Commvault, Choesity e Veeam. E proprio quest’ultima, grazie all’acquisizione di Kasten, sta finalmente introducendo il backup e il disaster-recovery negli ambienti Kubernetes.

Sicuramente proteggere gli elementi che risiedono nei cluster Kubernetes rappresenta oggi un traguardo verso la completa protezione dei workload in ambito IT, sia nell’ambito delle infrastrutture on-premise che per i sistemi in cloud. Allo stesso modo le aziende veterane nel mercato IT, che abbracciano sistemi e tecnologie a supporto delle applicazioni di ultima generazione, stanno affrontando un vero e proprio cambio sia dal punto di vista organizzativo e sia dal punto di vista dello skillset richiesto dai propri dipendenti. Infatti, nei team di prodotto e di sviluppo è solito trovare vicino all’IT specialist anche un esperto DevOps che in qualche modo fa da “agente contaminatore” della cultura nelle aziende tradizionali.

Ma Kasten non è il traguardo, bensì il punto di partenza: infatti è possibile scaricare e usare una versione di Kasten con il supporto della community e scoprire le sue funzionalità e integrazioni con gli ambienti Kubernetes. Quindi, avete già Veeam in casa e non sapete come proteggere gli elementi del vostro cluster Kubernetes? Fatevi un giro su Kasten!

Morpheus

L’integrazione dei sistemi on-premises e cloud ha spesso richiesto l’impiego di elementi di integrazione per l’automazione e il self-consuming. Infatti, sia in realtà moderne e “agili” che in aziende governate da processi ITIL, esiste un gap costituito dalla mancanza di automatismi nella gestione e controllo dei processi aziendali implicati nel consumo delle risorse informatiche.

In poche parole, tutti siamo spesso alla ricerca della famosa singola interfaccia generale per gestione e controllo. Ebbene, dall’idea di un gruppo di esperti IT nasce un’azienda chiamata Morpheus.

Basandosi sulle esperienze accumulate in anni di sviluppi e integrazioni presso aziende di svariate dimensioni, a Morpheus è stato possibile sviluppare un sistema di cloud integration in grado di facilitare la gestione multi-cloud, l’automazione e i processi decisionali mediante sistemi di workflow.

Per realizzare un sistema integrato con hardware, software e cloud provider, lo stesso Team di Morpheus ha sposato l’idea di avere un eco-sistema aperto. Sulla scorta della compatibilità con le infrastrutture più importanti e grazie alla possibilità di ampliare l’integrazione con i nuovi sistemi mediante il consumo di API, la piattaforma ha raggiunto un livello di completezza tale da renderla veramente competitiva.

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Riassumendo, da San Francisco a San Jose, l’integrazione nel cloud computing è una partita giocata sui più svariati terreni, da aziende affermate così come da startup di ogni dimensione. Dal semplice scaling delle risorse on-premises fino ad arrivare allo sviluppo di applicazioni di nuova generazione, l’esigenza di integrazione, di protezione dei dati e di garanzia di disponibilità dei servizi rappresenta il filo conduttore di sviluppi tecnologici, alleanze strategiche e disponibilità nel mercato di soluzioni in grado di accompagnare le aziende verso un utilizzo efficiente e sicuro del Cloud.

Potete trovare qualche approfondimento e le registrazioni dell’evento ai seguenti link:

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