Il 2016 sarà un anno decisivo per la Fatturazione Elettronica tra privati. Pronti a coglierne tutti i vantaggi?
6 anni fa, con la legge finanziaria 2008, la Fatturazione Elettronica verso la Pubblica Amministrazione veniva introdotta nel panorama normativo italiano. Il 6 giugno 2014 inviare e ricevere fatture esclusivamente in formato elettronico diventava un obbligo per tutte le Amministrazioni Centrali dello Stato e il 31 marzo 2015 lo stesso obbligo veniva esteso alle Amministrazioni locali.
Con più di 35 milioni di uffici pubblici, 1 milione di ditte fornitrici e volumi di oltre 2,5 milioni di fatture elettroniche inoltrate ogni mese attraverso il Sistema di Interscambio (SdI), possiamo affermare che il 2015 è stato l’anno della crescita e messa a regime del sistema di Fatturazione Elettronica verso la PA.
Il 2016 sarà invece quello della Fatturazione tra privati e per favorirne l’adozione da parte di aziende e professionisti il Governo ha già predisposto un piano di interventi ed incentivi in campo fiscale (scoprili nel nostro articolo “Fatturazione Elettronica, ecco gli incentivi per i privati che la adotteranno”).
Differenze tra Fatturazione Elettronica PA e B2B
Oltre alla mancanza di un obbligo normativo, ci saranno ulteriori differenze tra la Fatturazione Elettronica verso la PA e quella tra soggetti privati.
Le ditte fornitrici della Pubblica Amministrazione sono anzitutto tenute a rispettare un linguaggio standard per la creazione delle fatture elettroniche: l’XML “Tracciato FatturaPA”. Prima del loro invio le fatture in formato XML devono essere firmate digitalmente dal fornitore/prestatore con una propria firma digitale e, successivamente, essere conservate digitalmente a norma per 10 anni.
Imprese e professionisti potranno fatturare verso altri soggetti privati in formato elettronico o cartaceo, ma chi sceglierà il sistema tradizionale, oltre a non aver diritto agli incentivi su indicati, dovrà pagare un costo in più in termini di adempimenti burocratici.
Le fatture elettroniche dirette ai privati potranno essere:
- create secondo un formato strutturato, firmate digitalmente e inviate via SdI;
- create secondo un formato strutturato, ma non necessariamente firmate digitalmente, e inviate via EDI (Electronic Data Interchange);
- create e inviate in formato elettronico, non necessariamente strutturato, né firmate digitalmente.
In ogni caso, anche le fatture elettroniche b2b vanno conservate digitalmente così come quelle destinate alle PA.

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Digitalizzare i processi, il vero vantaggio della Fatturazione Elettronica
Per ottenere vantaggi e benefici sostanziali dal passaggio alla Fatturazione Elettronica è necessario non limitarsi a una semplice sostituzione del formato cartaceo con quello elettronico.
Liberare l’ufficio dal peso della carta è certamente già vantaggioso, in quanto consente di eliminare una serie di costi legati ad attività di trascrizione dati, fascicolazione, classificazione, movimentazione, invio di documenti, oltre che alla loro conservazione.
È però molto più conveniente e vantaggioso compiere un passo in più e adottare un approccio a più ampio raggio, regolamentato in dettaglio e orientato alla gestione per processi, rispetto a un approccio parziale e di minor impatto organizzativo. Una gestione ibrida dei processi aziendali, in parte cartacea e in parte elettronica, rischia di vanificare gli sforzi sostenuti per dotarsi di strumenti digitali e ridurre fortemente i benefici attesi, in termini di efficienza, produttività e risparmio.
Non possiamo che essere pienamente d’accordo con Paolo Catti, responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione del Politecnico di Milano, quando afferma che «il vero valore della Fatturazione elettronica non è quello di poter inviare fatture senza passare dalla posta cartacea e dal postino, bensì quello di stimolare le imprese a emettere, ricevere e gestire documenti transazionali di business in formato elettronico elaborabile».
4 maggio 2016