Il prossimo 30 giugno 2023 è una data da segnare nel calendario delle scadenze fiscali: si tratta infatti della deadline per il pagamento del saldo e primo acconto di IRPEF, IRES, IRAP e delle imposte sostitutive. Lavoratori dipendenti, partite IVA e pensionati sono chiamati a calcolare gli importi da versare in base a:
- Redditi percepiti;
- Detrazioni e deduzioni;
- Regime fiscale.
Secondo prassi il pagamento delle imposte sui redditi può essere differito di 30 giorni a fronte di una maggiorazione delle somme da versare dello 0,40%: in tal caso la scadenza slitta al 31 luglio 2023, essendo il 30 luglio domenica. Sia il saldo che l’acconto possono essere rateizzati in massimo 6 rate da versare entro il mese di novembre. Prima di entrare nel merito, un’informazione di carattere generale. Si parla di una possibile proroga – richiesta dall’Associazione Nazionale dei Commercialisti, dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti e dall’Istituto Nazionale dei Tributaristi – che potrebbe riguardare i titolari di Partita IVA, per i quali si è chiesto di spostare la scadenza per i versamenti al 20 luglio.
Ad oggi, però, e comunque fino a nuove comunicazioni ufficiali, il termine da rispettare resta quello del prossimo 30 giugno. E veniamo adesso all’argomento da approfondire in questo articolo: il pagamento dell’imposta sostitutiva, ovvero di quella che, come suggerisce il nome, prende il posto di altre in specifici regimi fiscali, come il forfettario.
Cos’è l’imposta sostitutiva del regime forfettario?
I contribuenti con Partita IVA che aderiscono al regime forfettario sostituiscono con un’unica imposta ad aliquota fissa (5% o 15%) le altre imposte dovute in regime ordinario come IRPEF (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche), IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) e addizionali regionali.
A seconda del tributo che andremo a sostituire dovrà essere indicato un codice diverso nel modello F24 usato per il pagamento. Tutte le operazioni di compilazione e di calcolo sono facilitate se si decide di usare la dichiarazione precompilata.
Come si calcolano le imposte sostitutive per le Partite IVA?
Per capire come funziona l’imposta sostitutiva in regime forfettario, fissiamo un paio di concetti:
- Per calcolarla si applica un’aliquota del 5% sull’imponibile nel caso di aperture di nuove partite IVA, oppure del 15% passati i primi 5 anni e per i contribuenti già in attività;
- Per quantificare l’importo è necessario individuare il coefficiente di redditività assegnato con il codice ATECO che si applica sul totale dei compensi incassati.
Ciò premesso il calcolo è semplice. Facciamo un esempio pratico, sei un architetto al primo anno di regime forfettario. Considerando che la tua attività ha una redditività del 78% e che hai incassato 28.000 €, per calcolare l’importo tassabile dovrai moltiplicare l’incasso per il coefficiente di redditività, ovvero 28.000 € x 78% e quindi moltiplicare la cifra ottenuta, pari a 21.840 € per l’aliquota del 5%, ottenendo un importo di 1.092 euro.
Imposta sostitutiva TFR: che cos’è e quando si paga?
La scadenza per il pagamento dell’imposta sostitutiva per PI in regime forfettario è il 30 giugno 2023, dal momento che quella è la scadenza tra le altre anche di IRPEF e IRAP, delle quali prende il posto.
C’è però un’imposta sostitutiva in ambito tributario e fiscale che segue regole differenti: ci riferiamo a quella sulle rivalutazioni dei fondi per il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) con aliquota del 17%. Tale imposta, a carico del datore di lavoro o dell’ente pensionistico,è dovutaperché il TFR accantonato al 31 dicembre è sottoposto a una rivalutazione sulla base di un doppio coefficiente a tasso fisso e a tasso variabile. Fanno eccezione al pagamento della tassa i contribuenti che hanno scelto una forma pensionistica complementare: in tale situazione, infatti, il lavoratore non accantona il TFR, interamente destinato al fondo pensione.
Per questa imposta sostitutiva le scadenze di pagamento sono due: l’acconto da versare entro il 16 dicembre e il saldo da pagare entro il 16 febbraio dell’anno successivo.
Come si pagano le imposte sostitutive?
Per il versamento acconti e saldo delle imposte previste nel regime forfettario, deve essere compilato l’apposito modello F24 online con relativi codici tributo. Questi, ad esempio, sono quelli da usare per gli acconti:
- Codice 1790: “Imposta sostitutiva sul regime forfettario, Acconto prima rata, Articolo 1, comma 64, Legge n. 190/2014”;
- Codice 1791: “Imposta sostitutiva sul regime forfettario, Acconto in unica soluzione o acconto seconda rata, Articolo 1, comma 64, Legge n. 190/2014”.
Per trovare il modello giusto, e anche per accedere al già citato modello di dichiarazione precompilata, è importante avere a disposizione gli strumenti, come SPID e CIE o CNS, che permettono di fruire dei servizi dell’Agenzia delle Entrate:
- Pagamento delle tasse;
- Modello 730 precompilato;
- Cassetto fiscale;
- Consultazione del CUD;
- Controllo della situazione debitoria;
- Controllo dei versamenti previdenziali INPS e INAIL.
A questi servizi si aggiungono anche quelli necessari per l’esercizio delle attività delle persone giuridiche e dei liberi professionisti.
Ecco perché il consiglio è quello di munirsi delle ‘chiavi di accesso’ che semplificano la comunicazione con la Pubblica Amministrazione e che consentono il corretto espletamento delle procedure. L’attivazione dello SPID, del resto, non richiede che pochi clic: minuti ben spesi per avere a disposizione uno strumento che fa risparmiare tempo, assicura un accesso completo e tiene al sicuro i dati personali.