Nell’era digitale, i dati sensibili rappresentano una delle risorse più delicate e vulnerabili. Ogni giorno aziende, enti pubblici e cittadini gestiscono informazioni che, se finite nelle mani sbagliate, possono causare danni seri, personali o reputazionali.
Per questo è fondamentale sapere cosa sono i dati sensibili e soprattutto come proteggerli in modo efficace.
Dati sensibili e dati personali: le differenze da conoscere
Nel linguaggio comune, si tende a confondere dati personali e dati sensibili, ma la normativa fa una distinzione chiara.
I dati personali comprendono qualsiasi informazione che identifica una persona: nome, indirizzo, numero di telefono, targa dell’auto, codice fiscale.
I dati sensibili, invece, secondo l’articolo 9 del GDPR, sono quelli che rivelano l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, l’appartenenza sindacale, nonché i dati genetici, i dati relativi alla salute, alla vita sessuale o all’orientamento sessuale della persona.
Il GDPR richiede un livello di protezione molto più elevato per queste informazioni, in quanto possono esporre il soggetto a discriminazioni, pregiudizi o rischi gravi per la propria sfera privata.
Tra i dati particolarmente delicati rientrano anche le informazioni trattate tramite biometria, come impronte digitali, riconoscimento facciale e dati vocali, che sono sempre più usati per l’accesso ai servizi digitali.
Dati sensibili: quali sono i più esposti ai rischi
Sapere quali sono i dati sensibili significa anche comprendere in quali condizioni il loro trattamento può diventare rischioso.
A rendere vulnerabile un dato non è solo il contenuto, ma il modo in cui viene raccolto, archiviato o condiviso. Ambienti lavorativi, strutture sanitarie, piattaforme digitali e servizi scolastici trattano ogni giorno informazioni personali delicate, spesso senza che gli interessati ne siano pienamente consapevoli.
Un rischio ulteriore deriva dall’uso crescente di tecnologie non sempre ben protette, come le app di messaggistica per uso professionale, la condivisione via e-mail o la conservazione di documenti su dispositivi non cifrati.
Anche i servizi online, se mal progettati o gestiti senza adeguate misure di sicurezza, possono esporre i dati sensibili a furti, perdite o accessi non autorizzati.
Dati sensibili: esempi concreti di violazioni e conseguenze
Per capire l’impatto di una cattiva gestione, immaginiamo alcuni scenari di violazione.
Una struttura sanitaria potrebbe subire un attacco informatico che espone dati clinici riservati, con conseguenze gravi per la privacy dei pazienti. Un’azienda potrebbe rendere visibili a personale non autorizzato informazioni sulla salute dei dipendenti. In una scuola, un documento contenente l’elenco di studenti con bisogni educativi speciali potrebbe essere condiviso senza le dovute precauzioni, violando la riservatezza.
Anche online, un profilo personale contenente dati su convinzioni religiose o orientamento politico potrebbe essere utilizzato per discriminare o colpire la reputazione dell’utente.
Tutti questi esempi mostrano come l’accesso improprio ai dati sensibili possa generare danni morali, legali o economici — spesso difficili da riparare.
Dati sensibili e dati personali: misure tecniche per la protezione
Le tecnologie disponibili oggi consentono diverse soluzioni per proteggere i dati personali e sensibili. La più importante è la cifratura, che permette di rendere illeggibili i dati a chiunque non possieda l’autorizzazione. Questa tecnica dovrebbe essere applicata sia ai dati salvati su server che a quelli trasmessi in rete.
Altre misure efficaci sono:
- l’autenticazione a più fattori, per garantire che solo l’utente autorizzato possa accedere ai dati;
- il monitoraggio continuo dei sistemi informativi, con registrazione degli accessi e analisi degli eventi sospetti;
- il controllo dei dispositivi mobili aziendali, spesso veicolo di furti involontari di informazioni, soprattutto se non protetti da PIN o sistemi biometrici.
Ogni organizzazione dovrebbe inoltre seguire il principio del minimo privilegio, dando accesso ai dati solo a chi ne ha reale necessità per ragioni lavorative.
Anche strumenti come lo SPID, che usiamo ogni giorno per accedere ai servizi online, richiedono attenzione: basta poco per mettere a rischio i propri dati personali se non si usano con cautela.
Proteggere i dati personali: il ruolo delle policy e della formazione
Proteggere i dati personali, e quelli sensibili in particolar modo, non è solo una questione tecnica, ma anche organizzativa. Per questo è necessario che le aziende e le pubbliche amministrazioni adottino policy chiare e aggiornate sulla gestione delle informazioni. Questo include:
- l’identificazione dei trattamenti che comportano l’uso di dati sensibili;
- la definizione delle modalità di raccolta, archiviazione e cancellazione dei dati;
- la nomina di un Responsabile della Protezione dei Dati (DPO).
Un altro aspetto fondamentale è la formazione continua del personale. Spesso, i rischi più gravi derivano da comportamenti imprudenti, come l’invio di email con allegati sensibili al destinatario sbagliato o la mancata segnalazione di un tentativo di phishing. Investire nella consapevolezza dei dipendenti significa ridurre sensibilmente la probabilità di violazioni.
Dati sensibili, GDPR e obblighi in caso di violazione
Quando si verifica una violazione, il GDPR impone specifici obblighi.
Entro 72 ore l’azienda deve notificare l’incidente all’autorità di controllo (in Italia, il Garante per la protezione dei dati personali), spiegando la natura della violazione, il numero degli interessati coinvolti e le misure adottate. Se la violazione comporta un rischio elevato per i diritti e le libertà delle persone, è obbligatoria anche la comunicazione diretta agli interessati.
Nei trattamenti che presentano rischi elevati per le persone, ad esempio quando sono coinvolti dati sulla salute o sistemi automatizzati di valutazione, è necessario effettuare una valutazione d’impatto (DPIA) prima dell’inizio del trattamento. Si tratta di uno strumento preventivo, finalizzato a identificare e mitigare eventuali criticità prima che si verifichi una violazione.
Prevenire è responsabilità di tutti
Una delle sfide più urgenti oggi non è solo quella di reagire alle violazioni, ma di prevenirle con un approccio culturale alla privacy e alla sicurezza. Proteggere i dati sensibili non può essere delegato esclusivamente ai tecnici o ai dirigenti: ogni utente, ogni cittadino, ogni lavoratore deve essere consapevole del valore delle informazioni che gestisce.
Allo stesso modo, i fornitori di servizi digitali devono adottare misure trasparenti per garantire la protezione dei dati, soprattutto in ambiti come la sanità digitale, i servizi scolastici online e le identità digitali, dove il confine tra comodità e rischio è molto sottile.
Solo in questo modo sarà possibile preservare i diritti fondamentali delle persone e garantire un uso etico e sicuro delle tecnologie.