La sostenibilità nel settore farmaceutico crea equilibri instabili e dinamici che richiedono un monitoraggio continuo attraverso indicatori specifici e mirati al contesto industriale. La sfida per le aziende è superare un approccio superficiale e implementare metriche concrete che misurino il loro impatto soprattutto ambientale e sociale, data la rilevanza di questa industria nel sistema paese.Tra gli obiettivi: quello di intercettare le strategie migliori per minimizzare l’alto impatto ambientale, prevedere e mitigare le conseguenze sociali del loro business e creare pratiche di governance virtuose.

La riduzione delle emissioni a effetto serra, il miglioramento delle condizioni nell’ecosistema formato da stakeholder, lavoratori, comunità locali e pazienti cronici, oltre che una gestione scrupolosa della macchina organizzativa, sono i fattori chiave che rappresentano i tre pilastri della sostenibilità per un’azienda farmaceutica:

  1. Environmental: per il settore pharma è fondamentale non solo contenere le emissioni, ma anche gestire le risorse naturali con cura al fine di estrarre e smaltire i principi attivi in modo sostenibile, riducendo i rifiuti pericolosi. Ciò porta a valutare nel complesso un impatto ambientale che va ben oltre la produzione di gas serra. In questa sfida il compito di una farmaceutica è formare anche il paziente sottoposto a terapie croniche sul danno che egli stesso può arrecare all’ambiente attraverso l’assunzione di farmaci.
  2. Social: le aziende farmaceutiche hanno come mission principale favorire una vita migliore alle persone e alleviare le sofferenze, evitando di creare dipendenza cronica da un farmaco, specie nei trattamenti di patologie croniche. Si tratta di un obiettivo delicato, che impone linee guida di trasparenza e integrità nella commercializzazione dei prodotti. Ancora oggi rimane aperta una una questione morale che impatta fortemente sul fattore sociale della responsabilità d’impresa. Molte aziende producono e distribuiscono sul mercato farmaci ad altissimo “impatto sociale”, dichiarando esplicitamente solo alcuni rischi sulla salute e spesso trascurando quelli a lungo termine dovuti, ad esempio, a un elevato potenziale di abuso.
  3. Governance: l’obiettivo sociale introduce e sottende quello di buon governo. Immettere sul mercato farmaci potenzialmente pericolosi ma altamente remunerativi richiede di implementare codici etici e forme di whistleblowing – come la segnalazione di comportamenti scorretti o illeciti da parte dello stesso board di direzione -, dichiarare gli obiettivi rispetto alle politiche anticorruzione e rispettare la compliance farmaceutica.

Il fattore reputazionale, tutto comincia da qui

Le certificazioni ESG tipiche delle aziende farmaceutiche sembrano puntare anche su una leva sottile da cui dipende direttamente la prosperità o la catastrofe: la reputazione tra i pazienti. Parliamo dunque del fattore Sociale.

Le aziende che investono in pratiche sostenibili anche per i loro pazienti migliorano la propria reputazione, riducono i rischi normativi e attraggono investitori sempre più attenti ai criteri ESG.

Secondo i dati pubblicati da Patient View, realizzato intervistando 701 associazioni di pazienti (di cui 50 italiane) provenienti da 74 Paesi, emerge che il 94% dei pazienti ritiene il fattore sociale molto importante, l’88% la governance e solo il 67% l’ambiente.

Molte aziende farmaceutiche tendono infatti a limitare le loro relazioni con i consumatori ai soli trattamenti, escludendo di default la loro grande influenza a livello governativo sui fattori che possono cambiare la vita di un malato cronico, come:

●     un miglior accesso alle cure e ai percorsi assistenziali,

●     una migliore qualità dei servizi,

●     più farmaci per bambini e malattie rare,

●     l’accesso più facile alle informazioni sui prodotti,

●     la riduzione delle disuguaglianze sui trattamenti sanitari.

Affrontare queste sfide significative sarà uno dei macro obiettivi in grado di cambiare l’impatto sull’intero sistema sanitario, come espressamente richiesto dalla nuova legislazione dell’UE.

Farmaci e ambiente: una relazione pericolosa

Per una azienda del settore farmaceutico la redazione del bilancio di sostenibilità è un’operazione complessa ma fruttifera. Un buon rating ESG è infatti capace di muovere ingenti capitali.

Per avere un accesso al credito più agevolato e a nuovi investitori occorre generare risultati tangibili attraverso il monitoraggio di un set di indicatori specifici. In ambito ambientale, ad esempio, un’azienda del settore dovrà tenere traccia della percentuale di consumo energetico da fonti rinnovabili, della quantità di rifiuti pericolosi, della percentuale di riciclaggio, del consumo di acqua, del monitoraggio della supply chaincon soluzioni sostenibili di packaging, ecc. Questa è però solo la punta dell’iceberg.

Infatti non inquinano solo gli stabilimenti, anche i farmaci stessi hanno un effetto diretto sull’ambiente. Oggi l’aspettativa di vita è aumentata sensibilmente grazie ai passi da gigante compiuti dalla ricerca farmaceutica. Patologie una volta incurabili sono mantenute sotto controllo dall’assunzione costante di medicinali e dalle terapie croniche. Queste ultime però comportano una grande dispersione di principi attivi nell’ambiente, come i composti chimici smaltiti attraverso le urine e sversati nelle acque reflue domestiche e industriali. Tutto ciò ha un impatto enorme sugli ecosistemi e anche sulla salute umana.

Governance farmaceutica, un questione di rischio

Il fattore governance nell’industria pharma trova la sua espressione massima nella corretta gestione dei rischi. Abbiamo visto come numerosi farmaci ampiamente utilizzati presentino un rischio significativo a causa della loro persistenza negli ecosistemi.

Motivo per cui si richiede un focus più verticale sui rischi d’impresa mediante l’utilizzo di buone pratiche. Come l’Environmental Risk Assessment per valutare l’impatto ambientale, ad esempio.

Le industrie farmaceutiche sono chiamate a gestire una moltitudine di rischi. Nello studio “Sostenibilità e rischio di credito delle imprese farmaceutiche” pubblicato da Cerved nel 2025, si sottolinea proprio come la mancanza di trasparenza e gestione responsabile del rischio influisca negativamente sul rating ESG.

Le misure di sostenibilità hanno un ruolo sempre più importante in uno scenario di incertezza dei mercati. Le aziende con punteggi ESG più alti risultano finanziariamente più solide, presentando una probabilità di insolvenza di quasi tre volte inferiore rispetto alle imprese con un basso rating di sostenibilità.

Migliorare la sostenibilità con la tecnologia, il ruolo dell’AI

Oggi abbiamo a disposizione strumenti tecnologici avanzati per intercettare interventi tangibili volti creare valore sostenibile nel settore. Uno di questi è l’Intelligenza Artificiale.

L’analisi di una enorme mole di dati e la generazione di nuove informazioni attraverso i modelli di AI semplifica i processi decisionali, suggerendo in tempi record le misure più adeguate per centrare gli obiettivi dell’Agenda 2030. Le analisi predittive aiutano a ottimizzare l’uso delle risorse, presiedono al monitoraggio automatizzato dei processi di sostenibilità e ottimizzano la tracciabilità della supply chain, rendendo la rendicontazione ESG il nuovo fattore competitivo.