Fonte Agenda Digitale
La trasformazione digitale dell’amministrazione pubblica non è più un’opzione ma una necessità. Da questo assunto nascono una serie di considerazioni e spunti desumibili dal report OCSE “Digital Government Index 2019”.
Il report considera il livello di maturità delle strategie e delle iniziative di digital government un fattore chiave nella capacità dei governi di rispondere alle crisi con resilienza e agilità. Un adeguato approccio al digitale è considerato fondamentale per gestire in modo efficiente le perturbazioni e le incertezze odierne, rispondendo al contempo alle esigenze emergenti delle economie e delle società.
Le sei dimensioni del Digital Government Index
Il Digital Government Index 2019 nasce da una affermazione chiave inclusa nella Raccomandazione OCSE del 2014, che considera la necessità del superamento del concetto di e-government (incentrato sulla digitalizzazione come leva per l’efficienza dei processi) per arrivare al concetto di digital government, che considera l’uso delle tecnologie digitali come parte integrante delle strategie di modernizzazione delle amministrazioni, per creare valore pubblico.
LEGGI ANCHE: “Da maggio 2020 InfoCert è ufficialmente un Legal Entity Identifier (LEI) Issuer“
L’analisi delle performance dei Paesi esaminati è condotta all’interno di un framework che valuta sei dimensioni, quelle che secondo l’OCSE devono caratterizzare il percorso di trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni.
DIGITAL BY DESIGN
Il digitale va considerato come un elemento fondamentale e imprescindibile da innestare e integrare nei processi di policy. Il principio del digital by design implica quindi un approccio alla digitalizzazione che parta dal ripensamento e dalla riprogettazione dei processi.
Su questo fronte la Corea è al primo posto, seguita da Giappone, Colombia e Spagna.
DATA-DRIVEN GOVERNMENT
Un governo guidato dai dati è tale quando è in grado di utilizzare e gestire i dati come un asset strategico per la pianificazione, la realizzazione e il monitoraggio delle politiche pubbliche, nonché per la creazione di valore pubblico e l’erogazione agile e reattiva dei servizi pubblici.
Regno Unito, Danimarca e Corea risultano tra i migliori grazie al loro approccio olistico ai dati, che gli ha permesso di sfruttarli come una risorsa strategica.
GOVERNMENT AS PLATFORM
Un governo funge da piattaforma quando è in grado di fornire linee guida, strumenti, dati e software chiari, trasparenti e integrati.
Sotto questo aspetto, il Regno Unito occupa il primo posto, seguito da Corea, Portogallo, Canada e Colombia.
LEGGI ANCHE: “Dal Pin INPS a SPID, verso una PA sempre più Digitale“
GOVERNMENT OPEN BY DEFAULT
Un governo open by default dovrebbe rende pubblicamente disponibili i dati del governo e i processi di elaborazione delle politiche (inclusi gli algoritmi) entro i limiti della legislazione esistente e dell’interesse nazionale e pubblico. Cioè, dati, informazioni, sistemi e processi dovrebbero restare aperti a meno che non vi sia una ragione convincente per non mantenerli tali.
Sotto questo aspetto, tutti i Paesi riportano punteggi più alti rispetto alle altre dimensioni prese in esame. Le migliori performance riguardanti la dimensione dell’open by default risultano essere però quelle di Corea, Regno Unito e Danimarca, che hanno sviluppato strategie e iniziative globali per rendere dati, processi e servizi pubblici aperti alla comunità.
USER-DRIVEN GOVERNMENT
Un governo è guidato dagli utenti, quando assegna un ruolo centrale ai bisogni e alla convenienza dei cittadini nella definizione di processi, servizi e politiche e quando adotta meccanismi inclusivi che consentano di mettere in pratica questa visione.
Danimarca, Colombia e Regno Unito sono ai primi posti sotto questo aspetto, seguiti da Corea, Giappone e Canada. Questi Paesi condividono best practices simili per il coinvolgimento coerente dei principali stakeholder nella progettazione e nello sviluppo di politiche e servizi.
PROACTIVE APPROACH
Un approccio proattivo richiede che governi e dipendenti pubblici siano in grado di anticipare le esigenze dei cittadini e rispondervi rapidamente, evitando la necessità di fornire troppi dati e utilizzare servizi troppo complicati.
LEGGI ANCHE: “Digitalizzazione e resilienza del sistema sanitario, il case study dell’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige“
L’attuazione del principio once-only rappresenta un buon esempio di approccio proattivo. Infatti, i punteggi più alti in termini di approccio proattivo risultano collegati proprio a requisiti formali per applicare il principio once-only nell’erogazione dei servizi.
Considerazioni e raccomandazioni
Sulla base delle rilevazioni effettuate, all’interno del Digital Government Index 2019 non mancano considerazioni e raccomandazioni di carattere generale espresse dall’OCSE.
- Da un punto di vista generale, i risultati raggiunti dall’insieme dei Paesi esaminati sono considerati promettenti ma modesti. Sebbene la maggior parte di questi abbia stabilito modelli istituzionali in grado di fornire il supporto politico e operativo necessario per realizzare le riforme del governo digitale, sono stati compiuti sforzi limitati per usufruire appieno dei vantaggi del digitale e andare oltre l’e-government.
- I Paesi con migliori prestazioni globali sono quelli che eccellono prevalentemente nel digital by design e nelle dimensioni user-driven e data-driven. Infatti, le buone prestazioni nel digital by design favoriscono la creazione di governance e politiche coerenti, come base per il governo digitale.
- Predisporre strategie chiare è fondamentale, ma nei paesi con prestazioni medie e inferiori, esiste un divario significativo tra lo sviluppo di strategie di governo digitale e l’attuazione di azioni concrete per realizzarle.
- Il coinvolgimento proattivo degli utenti e degli stakeholder nelle riforme del governo digitale è basso nella maggior parte dei paesi e questo limita e rallenta in modo significativo i processi di trasformazione.
- In generale, l’open by default è la dimensione con il punteggio più alto. Ciò riflette lo slancio politico per gli open data nell’ambito delle riforme del governo digitale, ma non sempre corrisponde a una ampia strategia sui dati. Questa discrepanza può creare un blocco significativo alla valorizzazione strategica dei dati nelle organizzazioni pubbliche. Una visione strategica di ruoli e responsabilità formali sono elementi necessari per passare dalle politiche ad azioni concrete, sostenibili e di impatto.
- La trasformazione digitale e il passaggio dall’e-government al digital government devono essere resilienti al cambiamento politico. I buoni risultati raggiunti dai Paesi con prestazioni complessive elevate nelle sei dimensioni derivano infatti da accordi istituzionali a lungo termine e strategie sostenibili.
- Una governance “solida” sembra essere un requisito fondamentale per ottenere un governo digitale maturo. Le unità di coordinamento definite nella governance dovrebbero quindi essere incorporate stabilmente nella struttura istituzionale per assicurare il coordinamento, le risorse e la legittimità necessari per attuare efficacemente politiche di trasformazione digitale.
- Infine, Sono necessari ulteriori sforzi per colmare il divario di competenze digitali per il successo delle politiche di governo digitale. La carenza di dipendenti pubblici formati ed esperti di tecnologia digitale può ostacolare l’attuazione corretta e coerente delle politiche.
Conclusioni
Le prospettive future di ogni Paese dipendono fortemente dalla capacità di indirizzare efficacemente la trasformazione digitale. L’emergenza sanitaria in corso lo dimostra perché pone in primo piano la necessità che organizzazione, competenze e tecnologia si muovano in un quadro organico guidato dalle esigenze dei cittadini.
Oggi più che mai, ogni Paese è chiamato a definire strategie di medio-lungo termine e impostare una governance multisettoriale, che consenta di andare oltre il campo breve dei cicli politici. In fase di attuazione, diventa poi essenziale una cultura di project management diffusa e di sistema, nonché il coinvolgimento pieno di cittadini e stakeholder, affinché siano loro a guidare il design dei servizi.