La transizione digitale della Pubblica Amministrazione (PA) rappresenta una delle sfide più rilevanti per il futuro del Paese. Il D.L. 14 marzo 2025 n. 25, introduce nuove misure volte a garantire un’adeguata pianificazione delle risorse umane, essenziale per supportare la digitalizzazione prevista dal PNRR.
Il provvedimento apporta modifiche significative alle procedure di reclutamento del personale nella Pubblica Amministrazione, riconoscendo l’importanza fondamentale di un capitale umano, formato e competente, per la riuscita della transizione digitale del settore pubblico. In tal modo, si intende dare un nuovo impeto al processo di digitalizzazione del Paese.
PNRR transizione digitale: un’opportunità per la PA
L’evoluzione verso una PA digitale si concretizza attraverso strumenti innovativi che stanno progressivamente trasformando il rapporto tra cittadini e istituzioni. L’App IO rappresenta una svolta cruciale, offrendo un punto di accesso unico e integrato ai servizi pubblici, mentre lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) ha rivoluzionato le modalità di autenticazione, semplificando l’accesso ai servizi online e garantendo al contempo elevati standard di sicurezza.
A guidare questo processo di digitalizzazione vi è il Piano Triennale per l’Informatica per la Pubblica Amministrazione, il quale definisce linee guida, obiettivi e standard tecnologici comuni. Tale piano non è solo un documento programmatico, ma un vero e proprio strumento di governance che orienta le amministrazioni verso un ecosistema digitale più efficiente, interoperabile e accessibile.
Questi interventi non rappresentano mere innovazioni tecnologiche, bensì un profondo ripensamento delle modalità di erogazione dei servizi pubblici, con l’obiettivo di creare un’esperienza digitale che sia al tempo stesso semplice, sicura e centrata sulle esigenze del cittadino.
L’importanza della pianificazione strategica delle risorse umane
La digitalizzazione della PA non può avvenire senza un’attenta programmazione delle competenze necessarie. L’articolo 12 del D.L. n.25/2025 modifica il quadro normativo esistente, imponendo alle amministrazioni l’obbligo di inserire nel Piano Integrato di Attività e Organizzazione (PIAO) il fabbisogno di personale specifico per la transizione digitale e per garantire la sicurezza informatica.
Ciò significa:
- effettuare un’analisi approfondita dei processi interni al fine di individuare le aree che richiedono competenze digitali avanzate;
- stabilire con precisione i profili professionali necessari per la transizione digitale precisando le conoscenze, le abilità e le competenze ricercate;
- definire le modalità di acquisizione di tali competenze sia mediante nuove assunzioni, che attraverso programmi di formazione del personale già in forza presso la PA;
- implementare un sistema di valutazione e monitoraggio che permetta di misurare l’efficacia delle azioni adottate.
Con le nuove disposizioni le PA sono chiamate, non solo a stabilire il proprio fabbisogno di personale in termini quantitativi, ma anche a definire le competenze digitali necessarie.
In tal senso, una corretta pianificazione delle risorse umane consente non solo di colmare il divario di competenze digitali all’interno delle amministrazioni, ma anche di rendere più efficiente l’erogazione dei servizi pubblici.
Un ostacolo significativo nell’applicazione della norma potrebbe essere rappresentato dalla difficoltà, da parte della Pubblica Amministrazione, di definire con esattezza le competenze digitali e di sicurezza informatica necessarie, a causa della mancanza di una mappatura dettagliata dei processi interni, nonché della rapida evoluzione tecnologica.
Transizione digitale PA: le sfide nel reclutamento di profili digitali
Il processo di digitalizzazione della PA si scontra con significative barriere nel reclutamento di personale altamente qualificato. Il settore pubblico fatica a competere con il mercato privato, dove aziende tecnologiche e startup offrono retribuzioni più attraenti, percorsi di carriera più dinamici e ambienti di lavoro più innovativi. Le amministrazioni pubbliche devono quindi ripensare profondamente le proprie strategie di attrazione dei talenti digitali, superando l’immagine tradizionale di un impiego statale poco stimolante.
Per rendere il settore pubblico più attrattivo, sono stati introdotti interventi normativi significativi. Tra questi, spicca la riserva del 10% dei posti nei concorsi per funzionari pubblici ai candidati in possesso di diploma ITS Academy, una misura pensata per favorire l’inserimento di profili tecnici. Tuttavia, è fondamentale adottare un approccio più ampio, che non si limiti al reclutamento, ma includa anche politiche di valorizzazione e fidelizzazione dei professionisti digitali più qualificati.
Un’altra sfida cruciale è rappresentata dalla necessità di aggiornare le competenze del personale già impiegato nella PA. A tal fine, è indispensabile prevedere programmi di formazione specifici, mirati all’acquisizione di adeguate competenze digitali. In questo contesto, misure come PA 110 e lode, che incentivano i dipendenti pubblici a iscriversi a corsi di laurea, specializzazione e master, possono rivelarsi strumenti preziosi per promuovere l’aggiornamento professionale.
Verso una PA digitale centrata sulle persone
La transizione digitale della Pubblica Amministrazione non può ridursi a un mero processo tecnologico, ma deve configurarsi come un’evoluzione culturale profonda. L’onboarding aziendale diventa strategico per integrare nuovi talenti. In questo contesto, soluzioni come TOP Digital Onboarding di Tinexta Infocert possono semplificare e velocizzare l’inserimento di nuovo personale, garantendo al contempo la sicurezza e la conformità normativa.
Al tempo stesso temi cruciali come privacy e trasparenza devono essere vissuti non come vincoli, ma come opportunità di modernizzazione e fiducia istituzionale.
L’obiettivo finale è creare un ecosistema pubblico agile, competente e al passo con le sfide del ventunesimo secolo. Questo richiede un approccio olistico che valorizzi il capitale umano, promuova l’apprendimento continuo e consideri la tecnologia non come un fine, ma come uno strumento per migliorare concretamente i servizi ai cittadini. La vera innovazione risiede nella capacità di coniugare competenze tecniche, sensibilità organizzativa e una rinnovata missione di servizio pubblico.