Nelle organizzazioni e nei mercati lo stravolgimento delle regole indotto dal digitale proietta le aziende in una dimensione inedita. Come rispondere?

In circa 20 anni il rapporto dei cittadini di tutto il mondo nei confronti della tecnologia è molto cambiato. Smartphone, tablet, elettrodomestici programmabili, applicazioni e software di ogni tipo sono sempre più presenti e utilizzati all’interno della sfera privata. La maggior parte delle persone dispone di dispositivi innovativi e spesso, soprattutto tra la popolazione più giovane, di una capacità d’uso avanzata. Con che conseguenze tutto ciò si riflette su aziende, professionisti e sul mondo del lavoro in generale?

PERCHÈ PUNTARE SULLA DIGITAL TRANSFORMATION?

processi business in digitale

L’innovazione tecnologica è anche sempre più l’elemento propulsore dell’evoluzione del mondo del lavoro. Per stare al passo coi tempi e trarre vantaggio dai nuovi trend tecnologici, le aziende devono infatti offrire a clienti e dipendenti una user experience sempre più ricca e sofisticata, in grado di rispondere ad ogni esigenza, ma improntata alla massima semplicità d’uso.

Internet of Things, Gamification, Mobile, Big Data sono i grandi temi che dovrebbero caratterizzare le modalità con cui le aziende si posizionano sul mercato. Tuttavia, oggi solo il 20% delle prime 500 imprese segnalate da Fortune ha un sito ottimizzato per il mobile e se spostiamo lo sguardo sul nostro Paese, possiamo vedere che attualmente, all’interno del contesto mondiale ed europeo, l’Italia non eccelle affatto quanto a digitalizzazione.

DESI 2016 – IL RITARDO DIGITALE ITALIANO

Italia DESI 2016

Stando al Digital Economy and Society Index (DESI) – l’indice elaborato dalla Commissione Europea per misurare di anno in anno le prestazioni e l’evoluzione delle competenze digitali dei Paesi UE – nel 2016 l’Italia occupa il quart’ultimo posto in quanto a digitalizzazione della propria società ed economia: un italiano su tre non usa neppure Internet. Al di sotto dell’Italia, nella classifica europea, troviamo solo Grecia, Bulgaria e Romania, mentre il podio è occupato da Danimarca, Norvegia e Paesi Bassi.

Gli indicatori presi in considerazione dal DESI sono: connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione delle tecnologie e servizi pubblici digitali. L’Italia non va male per quanto riguarda lo sviluppo di servizi di e-government e open data, ma resta sotto la media quanto a diffusione di reti internet a banda larga, competenze digitali degli utenti, utilizzo di Internet, digitalizzazione delle transazioni economiche. Un piccolo miglioramento rispetto all’anno precedente riguarda l’utilizzo di servizi di e-commerce, ma la strada verso una digitalizzazione ottimale del Paese è ancora lunga.

COME RECUPERARE TERRENO DIGITALIZZANDO

digitalizzare i processi

Per recuperare è certamente necessario investire in tecnologie digitali, ma da dove cominciare?

La migliore prima mossa è adottare soluzioni innovative (es. TOP) basate su strumenti già esistenti (Fatturazione Elettronica, Firma Digitale, Conservazione Digitale dei documenti, SPID, ecc.) e lavorare alla propria formazione digitale, da cittadini, dipendenti pubblici o privati, professionisti o imprenditori. Una necessità che diventa tanto più urgente, quanto più sono le aziende in grado di operare sul mercato globale con servizi totalmente digitalizzati, sempre più competitivi e all’avanguardia.

Le aziende oggi più competitive sono, infatti, quelle in grado di comunicare e condividere informazioni più rapidamente, le stesse in cui la carta tende a sparire a vantaggio di sistemi di distribuzione dell’informazione via web.

Insomma, la competitività di mercato si gioca ormai attraverso nuove regole riconducibili alla trasformazione digitale. Destinare una quota crescente di investimenti in Information Technology (IT) a iniziative di Digital Transformation è quindi inevitabile. Per farlo nel migliore dei modi bisognerà trovare il giusto equilibrio tra risorse interne e partner tecnologici. Tra questi ultimi, InfoCert rappresenta certo un ottimo esempio e punto di partenza.

22 giugno 2016

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