Sempre più spesso sentiamo nominare le piattaforme digitali come elemento fondante dell’innovazione digitale. E in effetti queste infrastrutture digitali sono indispensabili per l’ecosistema connesso, dal momento che consentono ad aziende, professionisti, privati e Pubblica Amministrazione di scambiare informazioni e dati, nonché di avvicinare servizi e prodotti alle persone.

In altre parole, ogni piattaforma digitale ha la sua ragione d’essere all’interno di un modello di business, motivo per cui si può parlare di platform economy. In questo microcosmo virtuale PMI, PA e startup trovano uno spazio il cui limite è il mondo e, al contempo, gli utenti interconnessi compiono operatività di vario genere.

Ciò premesso, andiamo più in profondità cercando di capire cosa vuol dire digital platform e quali sono gli strumenti di accesso.

Cosa si intende per piattaforma digitale?

Per piattaforma digitale si intende un’infrastruttura digitale capace di connettere vari sistemi e di presentarli agli utenti finali con interfacce integrate, semplificate, come l’App mobile oppure il sito Web.

Il concetto da recepire è che non si tratta di un sito tradizionale, né di una vetrina virtuale finalizzata esclusivamente alla vendita di beni/servizi. Le piattaforme digitali sono veri e propri network, fondati su un sistema cooperativo che vede in azione 3 principali categorie interconnesse:

  • Aziende/organizzazioni;
  • Dati;
  • Utenti.

Le piattaforme digitali danno modo agli utenti di condividere i propri dati e abilitare servizi innovativi, operando in una dimensione virtualmente globale e instaurando contatti funzionali con le aziende, le pubbliche amministrazioni e le organizzazioni.

In sintesi, tutti gli operatori coinvolti possono trarre beneficio dalla disponibilità di informazioni per i cosiddetti match, che altro non sono che le possibilità potenziali di completare o di arricchire con la propria offerta quella degli altri partner della piattaforma.

Quali sono le tipologie di piattaforme digitali?

Andando ancora più a fondo, distinguiamo diverse tipologie di piattaforme che si differenziano per la finalità d’uso:

  • Intermediari online: sono i matchmaker digitali che fanno incontrare domanda e offerta per beni, come Amazon ed eBay, consentendo transazioni economiche. Si tratta di marketplace che creano nuove opportunità di business nell’ambito del commercio e del retail;
  • Servizi digitali: in questo caso la transazione da parte dell’utente finale riguarda non beni, ma servizi che possono essere afferenti al settore della sharing economy, vedi Uber, ma anche servizi di pubblica utilità come, ad esempio, le piattaforme che fanno capo alle pubbliche amministrazioni;
  • Pagamenti: sono infrastrutture digitali progettate per trasferimenti di denaro Peer-to-Peer. Uno degli esempi di maggior successo è senza dubbio PayPal;
  • Marketplace d’investimento: le piattaforme digitali che appartengono a questa categoria operano principalmente nell’equity crowdfunding, ovvero nel sistema di investimento collettivo che supporta startup innovative.

A cosa servono le piattaforme digitali?

Con le piattaforme digitali si accede, attraverso metodi di autenticazione innovativi, a servizi e beni di consumo online. Tale sistema fa sì che l’azienda, condividendo le proprie risorse e quelle di terze parti, si apra a una platea potenzialmente illimitata.

Il modello di piattaforma digitale si basa sulla presenza attiva della PMI o dell’organizzazione in un ecosistema connesso, nel quale sono coinvolti partner commerciali, retailer, circuiti di pagamento, utilities e, soprattutto, gli utenti.

L’effetto network potenzia le opportunità di transazione, intesa non soltanto come vendita, grazie alla gestione integrata dei processi di comunicazione e alla conoscenza dell’utente.

Come accedere alle piattaforme digitali?

A seconda del tipo di piattaforma digitale, cambiano anche i metodi di autenticazione necessari per completare la transazione richiesta.

Per alcune piattaforme è sufficiente registrarsi con un account, e-mail e password; per altre serve l’autenticazione a 2 fattori; per altre ancora – quelle con massimi standard di sicurezza per i dati personali – l’accesso avviene con l’identità digitale.

In particolare, SPID (Sistema Pubblico per l’Identità Digitale) consente a cittadini e aziende di accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione mediante un unico sistema di credenziali, garantendo una gestione pratica e sicura della propria identità online. Per ottenere le credenziali SPID bisogna attivare un account presso un identity provider accreditato AgID.

SPID InfoCert propone soluzioni adatte a sfruttare al meglio le potenzialità delle piattaforme digitali della PA e delle organizzazioni: come lo SPID professionale, per professionisti e PMI, e lo SPID personale per gli utenti privati. I casi d’uso di questa chiave unica di autenticazione online sono i più disparati, dal momento che lo strumento consente l’accesso alle piattaforme digitali di enti e istituzioni rilevanti per lo svolgimento dell’attività lavorativa e quotidiana:

  • Agenzia delle Entrate;
  • INPS e INAIL;
  • Servizi comunali e regionali;
  • Fascicolo sanitario.