Tra le tipologie di tecnologie digitali la tecnologia NFC è una di quelle ad impatto diretto sulla quotidianità. Fondata sulla modalità wireless è ormai disponibile anche sui dispositivi mobile e perciò applicata in vari ambiti, come quello dei pagamenti.
In pratica, consente il trasferimento di file e dati tra due dispositivi, quali smartphone, notebook, tablet e PC: è sufficiente che i dispositivi siano forniti di chip NFC e che la connessione sia attiva, in uscita e in entrata. I dispositivi che ne sono sprovvisti possono ovviare con i tag NFC oppure, se compatibili, utilizzando le SIM o microSD con chip NFC.
NFC: cos’è e cosa significa?
NFC è l’acronimo di Near Field Communication: una tecnologia di comunicazione bidirezionale, a corto raggio, che permette a due dispositivi di trasmettere e ricevere file attraverso la rete wireless ad una velocità media di 424 kbit/secondo.
In genere, perché il funzionamento sia ottimale la distanza tra i due oggetti deve essere attorno a 3-4 cm e comunque non superiore ai 10 cm. Il trasferimento dei file senza contatto rende la tecnologia NFC molto apprezzata da chi la vede come una valida integrazione, intuitiva e veloce, degli strumenti di comunicazione come l’e-mail o le app di messaggistica.
Applicazioni della tecnologia NFC
La Near Field Communication (NFC) ha origine dalla Radio Frequency Identification (RFID) che, a differenza della prima, funziona soltanto unidirezionalmente.
La RFID è stata brevettata nel 1983 e i primi test di utilizzo nelle smart card per i pagamenti sono stati fatti in Corea del Sud nell’anno 1995. Dopo meno di 30 anni quasi tutte le carte di pagamento circolanti nel mondo includono un chip RFID per i pagamenti contactless.
Ma per quale motivo la tecnologia NFC è considerata un’evoluzione della RFID? Perché la comunicazione bidirezionale allarga i campi di applicazione pratica.
Quasi tutti gli smartphone di ultima generazione integrano il chip NFC facilitando la comunicazione interpersonale e la fruizione dei servizi: chiunque abbia necessità di inviare un file (documento di testo, immagine, audio o video) può farlo rapidamente senza usare app di messaggistica, né Bluetooth. A differenza di quest’ultimo, infatti, lo scambio di informazioni e di dati, avviene senza inserire le credenziali d’accesso (PIN o password): i dispositivi si identificano, si autenticano e si associano automaticamente.
Facciamo il caso che si debbano trasferire delle immagini dalla fotocamera digitale allo smartphone oppure alla stampante: la tecnologia NFC velocizza le operazioni, mettendo in comunicazione diretta oggetti diversi. Tra le funzionalità più interessanti ci sono i tag NFC: piccole etichette programmate per modificare automaticamente le funzioni dello smartphone (come attivare o disattivare suoneria o WiFi), per svolgere operazioni nell’ambito della domotica e anche per scaricare link informativi da totem turistici.
Pagamenti NFC: la rivoluzione contactless
Vero è che parlando di tecnologia NFC il primo utilizzo che viene in mente è quello dei pagamenti elettronici contactless. Correva l’anno 2004 quando, ad Hannover, alcuni produttori di cellulari costituirono il Near Field Communication Forum, ma ci sono voluti 10 anni prima che tecnologia NFC venisse integrata da Apple nell’iPhone 6, in concomitanza con il lancio di Apple Pay.
Da allora i pagamenti elettronici sono entrati nella routine quotidiana di molti consumatori e l’integrazione dei chip contactless ha ‘stravolto’ le transazioni monetarie nei punti vendita fisici, velocizzandole e rendendole smart. Si stima che entro il 2024 le transazioni contactless a livello globale supereranno i 1.600 miliardi di dollari, 224 miliardi dei quali in Europa (fonte rapporto “Contactless Payments: key opportunities, emerging trends & market forecasts 2022-2027” di Juniper Research). Anche in Italia i pagamenti ‘a sfioramento’ guadagnano ogni anno nuove quote di mercato: nel 2022 gli italiani hanno fatto acquisti in negozio con lo smartphone e altri dispositivi indossabili per un totale di 16,3 miliardi di euro (+122% rispetto al 2021).
Il motivo di tale successo? La tecnologia NFC è facile da integrare sia nei dispositivi di incasso, come i POS, sia in quelli di pagamento, come gli smartphone e le carte di credito e il processo di vendita e di acquisto non può che beneficiarne.
Altri casi d’uso della tecnologia NFC
Come abbiamo accennato poco sopra la tecnologia NFC ha un ambito di applicazione più ampio rispetto a quello delle transazioni di pagamento. Uno di questi è lo SPID con NFC: il caso d’uso ideale per capire in quale modo la tecnologia cambia il modo di agire nel quotidiano.
Lo SPID (Sistema Pubblico d’Identità Digitale) è uno strumento che sempre più permea il modo di interagire con le piattaforme online: l’identità digitale ci consente di accedere ai servizi della PA e di svolgere in modo sicuro le procedure richieste nell’esercizio di attività professionali e nei processi aziendali.
Richiedere un’identità SPID InfoCert ID, con riconoscimento online mediante documento elettronico, non presenta alcuna difficoltà e permette di risparmiare tempo e denaro per gli spostamenti presso uffici fisici.
Basterà mettere in comunicazione i due tag NFC, quello dello smartphone e quello del documento elettronico: così facendo le informazioni presenti sul documento vengono trasmesse in pochi secondi, abilitando l’identificazione personale. Ecco cosa serve per procedere:
- Una casella di posta elettronica;
- Un cellulare per ricevere l’SMS con il codice OTP;
- Uno smartphone con sistema operativo Android 7+ o iOS 13+ (dotato di tecnologia NFC);
- Carta di identità elettronica o passaporto elettronico in corso di validità;
- Tessera Sanitaria (Codice Fiscale per chi risiede all’estero);
- App MyInfoCert installata sullo smartphone.