DA CARMINE AULETTA, CHIEF INNOVATION OFFICER DI INFOCERT, UNA PANORAMICA SULLE OPPORTUNITÀ DEL DIGITALE PER IL MERCATO ASSICURATIVO
Viviamo in un periodo storico ideale per la diffusione della Digital Transformation in tutti i settori industriali.
Tale trasformazione è favorita da un lato dai trend tecnologici e dall’altro dall’allineamento della normativa digitale a livello Europeo grazie all’entrata in vigore del Regolamento eIDAS a luglio di quest’anno. In tale contesto InfoCert, Gruppo Tecnoinvestimenti, sta giocando un ruolo da protagonista in diversi settori.
In particolare in ambito assicurativo operiamo con alcune delle principali compagnie italiane ma, quello che osserviamo in questo settore è una evoluzione digitale più lenta rispetto ad altri, specialmente rispetto a quello bancario.
COSA STA SUCCEDENDO ATTUALMENTE NEL MONDO ASSICURATIVO?
Va anzitutto considerato come il mercato italiano, in particolare nel settore danni – secondo i bollettini statistici dell’Ivass – negli ultimi 5 anni abbia registrato un costante calo dei premi, che ha fatto scendere i margini tecnici e portato il settore a una progressiva contrazione. Ad aggravare la situazione ci sono poi le frodi, con la percentuale di sinistri a rischio frode salita dal 13,4 % del 2012 al 21,4 % del 2015. E come ulteriore minaccia iniziano ad affacciarsi sul mercato le insurance start up, pronte a sottrarre quote agli incumbent. Queste – come le fintech nel mondo finanziario – si stanno ritagliando nuovi spazi, essendo libere da lacci e vincoli legati a sistemi IT, modelli organizzativi e reti di distribuzione esistenti.
Per quanto riguarda la user experience, bisogna prendere atto del contesto rivoluzionario in cui vivono i nuovi consumatori. Per questi i modelli di riferimento sono Amazon o Facebook, che riescono a prevedere, anticipare e persino a creare i bisogni del consumatore. L’interazione completamente digitale con i clienti sta diventando il modello di riferimento, facendo leva su strumenti come la firma digitale, la posta elettronica certificata, il riconoscimento remoto tramite webcam a piena validità legale.
Ad oggi, il settore assicurativo è abbastanza indietro in questo processo di digitalizzazione. Un recente studio McKinsey gli attribuisce una maturità digitale inferiore a quello TLC, Banche, Travel e Farmaceutico.
DA COSA RIPARTIRE PER RIGUADAGNARE IL TERRENO PERDUTO?
In verità anche nel settore assicurativo qualcosa comincia a muoversi: Community Life in Germania, ad esempio, è un operatore 100% digitale che permette l’on-boarding e la sottoscrizione remota delle polizze grazie a soluzioni di firma digitale remota. InfoCert offre proprio soluzioni di questo tipo, soluzioni di digital trust che consentono, comodamente dal proprio smartphone, la sottoscrizione di qualunque contratto, dalla tradizionale polizza RC auto all’assicurazione della prossima discesa in snowboard. Magari acquistabile direttamente dalla seggiovia.
Al mondo assicurativo servono prodotti innovativi come il riconoscimento remoto a pieno valore legale tramite la videocamera dello smartphone o GeoSign di InfoCert, la prima soluzione di firma digitale geo-referenziata. Una vera e propria killer application per il settore assicurativo perché consente di avere certezza non solo del firmatario di un atto, ma anche dell’istante in cui la firma viene apposta e del luogo in cui avviene la sottoscrizione.
Pensiamo ad esempio alla costituzione amichevole di incidente (Cai) e al numero di frodi che ruota proprio intorno alla denuncia degli incidenti. Oggi gli automobilisti sono ancora costretti ad utilizzare moduli cartacei, penna e carta carbone, mentre sarebbe sufficiente – molto più sicuro e a prova di frode – scattare qualche foto con lo smartphone a veicoli coinvolti, targhe, patenti e libretti, e congelare questi dati con GeoSign, che firma digitalmente le foto e ne attesta ubicazione geografica e istante temporale. Le società assicuratrici vengono istantaneamente a conoscenza del luogo e dell’ora del sinistro, e non esistono margini per “aggiustare” ex-post i dati verbalizzati.
MA IN UN CONTESTO SEMPRE PIÙ DIGITALIZZATO CHE RUOLO AVRANNO GLI AGENTI ASSICURATIVI?
Negli ultimi anni la rete di distribuzione dagli agenti ha già affrontato un processo di trasformazione paperless con l’eliminazione progressiva del cartaceo. Tale trasformazione ha impattato una buona parte del settore ma con risultati alterni. Le soluzioni adottate in quest’ambito si collocano a due estremi.
Da un lato soluzioni evolute basate su firme qualificate remote che permettono di coniugare una user experience oramai estremamente familiare, basata sull’uso dello smartphone, con la massima forza legale (anche più forte di una firma autografa). Dall’altro troviamo invece soluzioni basate su firma grafometrica, che si direbbe più immediata e in continuità col modo “vecchio” di firmare, ma che in realtà comporta una serie di svantaggi: dalla necessità di utilizzare soluzioni hardware dedicate (tavoletta, penna, etc..) ad un livello di trust ed una forza legale inferiore rispetto ad una firma digitale basata su certificati PKI.
Se prendiamo come riferimento settori simili in mercati più maturi, è facile prevedere la progressiva disintermediazione dell’agente per la vendita dei prodotti semplici, o così detti off-the-shelf. Ad ogni modo continuerà ad esserci l’esigenza di un professionista, dotato di strumenti adeguati, capace di definire offerte assicurative ad-hoc ritagliate sulle esigenze specifiche dei clienti.
IN QUANTO TEMPO ARRIVEREMO A UNO SCENARIO INTERAMENTE PAPERLESS?
Il settore assicurativo non rappresenta sicuramente un benchmark in ambito digital maturity. È in ritardo rispetto al mondo finanziario, farmaceutico e sanitario ma è altresì evidente che il settore si muove – tradizionalmente – nella scia del mondo finanziario. Esso potrà quindi beneficiare della rivoluzione digitale che proprio in questi anni sta trasformando il settore bancario.
Inoltre, il bello delle rivoluzioni digitali è che si fanno in una notte. Nell’ultimo secolo abbiamo osservato una accelerazione delle curve di technology adoption a dei ritmi che nessuno sarebbe stato in grado di prevedere ex-ante. E la velocità di adozione continua ad accelerare. La diffusione della TV negli anni trenta ha impiegato circa 25 anni a raggiungere un quarto della popolazione americana. Ai giorni nostri l’App Pokémon Go è riuscita a raggiungere oltre 40 milioni di utenti in meno di due settimane.
Anche in ambito aziendale, le cosiddette best practices, riescono a diffondersi in tempi rapidissimi. Chiaramente servono gli apripista, soggetti visionari disposti ad agire da first movers che si assumono i rischi ma riescono a raccogliere per primi i benefici della trasformazione. Trasformazione che, una volta innescata, ha effetti virali rapidissimi.
CARMINE AULETTA
Chief Innovation Officer presso InfoCert,
società del Gruppo Teconinvestimenti
8 febbraio 2017