Il nuovo codice per gli appalti e i contratti pubblici (d.lgs. 36/2023) stabilisce i requisiti tecnici e quelli necessari per la certificazione secondo gli standard di Agenzia per l’Italia Digitale (AgID), Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) e Dipartimento per la trasformazione digitale.
La digitalizzazione degli appalti pubblici ricopre un ruolo basilare nella trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione e merita un approfondimento. Cominciamo, elencando gli obiettivi della normativa:
- Semplificare le procedure di acquisto dei fornitori da parte delle pubbliche amministrazioni;
- Accelerare i tempi dell’iter procedurale;
- Limitare le controversie;
- Ampliare la partecipazione dei soggetti del mercato;
- Rendere il ciclo di vita degli appalti ancora più trasparente.
Ciò premesso, entriamo nel dettaglio di cosa si intende per digitalizzazione dei contratti pubblici e analizziamo i requisiti tecnici e di certificazione richiesti.
Contratti pubblici digitali e piattaforme e-Procurement
Le Regole tecniche sono state pubblicate per implementare la digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti della Pubblica Amministrazione, al fine di migliorare nel complesso l’efficienza amministrativa e di ridurre gli oneri per le imprese.
Per capire cosa si intende per digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici dobbiamo fare riferimento ai principi e alle disposizioni del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD – d.lgs. 82/2005). All’articolo 22 del CAD le piattaforme sono mostrate come parte integrante dell’ecosistema di approvvigionamento digitale, dal momento che il loro utilizzo è imprescindibile per l’erogazione dei servizi e per la gestione dei contratti pubblici, anche quelli nativi digitali.
Si parla nello specifico di piattaforme e-Procurement, ovvero di architetture di ‘approvvigionamento elettronico’ utili per consentire alle pubbliche amministrazioni di acquisire beni e servizi da fornitori online.
Ecco perché nel Codice dei contratti pubblici sono indicati i requisiti tecnici che riguardano le piattaforme e quelli che ne stabiliscono la conformità: il rispetto di tali requisiti è funzionale al ciclo di vita digitale dei contratti.
Requisiti tecnici per le piattaforme di approvvigionamento dei contratti pubblici
Tra i requisiti funzionali delle piattaforme di e-Procurement sono indicati gli strumenti necessari per l’accesso digitale. Ogni piattaforma deve consentire l’identificazione degli utenti attraverso i sistemi di identificazione elettronica come SPID e CIE conformi alla normativa vigente.
L’identificazione degli utenti deve essere affidabile e univoca, indipendentemente dal meccanismo di identificazione elettronica utilizzato. Inoltre, l’identificazione del soggetto, garantita all’accesso, deve restare valida per tutta la sessione di lavoro, senza costringere l’utente ad autenticarsi nuovamente e sempre nel rispetto dei requisiti di sicurezza.
Per quanto riguarda la profilazione, le piattaforme per i contratti pubblici permettono di associare un profilo applicativo a ciascun utente, a seconda del ruolo svolto nelle diverse categorie coinvolte nel processo:
- Stazione Appaltante (PA o altro soggetto di diritto che affida appalti pubblici);
- Operatore Economico (fornitore);
- Gestore della piattaforma (provider).
Per la Stazione appaltante, ad esempio, è disponibile un profilo applicativo per il RUP (Responsabile Unico del Procedimento), ma possono essere previsti anche altri profili che assegnano a ogni utente ruoli specifici. Questo sistema di profilazione permette di stabilire specifici standard di sicurezza e di controllo, in relazione alle funzioni svolte dai soggetti operativi nel processo.
Le regole sulle comunicazioni nel Codice per gli appalti
Il Codice citato stabilisce anche le modalità di gestione dei flussi di comunicazione e degli scambi di informazioni. Durante l’intera procedura di gara, la Stazione Appaltante e l’Operatore Economico devono avere un’area specificamente delimitata per le loro comunicazioni, all’interno della quale la piattaforma:
- traccia nel cosiddetto Registro di sistema ogni singolo evento di invio e ricezione delle comunicazioni;
- conserva nel fascicolo di gara il flusso di scambio delle informazioni.
La piattaforma deve anche consentire alla Stazione Appaltante di inserire nel fascicolo di gara eventuali comunicazioni avvenute con gli Operatori economici attraverso canali di comunicazione diversi, come l’e-mail oppure la PEC (Posta Elettronica Certificata).
Per aumentare la trasparenza e l’accessibilità alle informazioni, la piattaforma e-Procurement deve dichiarare in modo chiaro agli utenti coinvolti le modalità e gli strumenti per inviare/ricevere, conservare, rendere accessibili le comunicazioni rilevanti per la procedura.
La certificazione AgID
Il processo di certificazione AgID sulle piattaforme persegue l’obiettivo di fissare requisiti chiari e uniformi per regolare gli aspetti legali, di sicurezza informatica e tecnici che i sistemi devono soddisfare. Soltanto in questo modo è possibile garantire l’affidabilità di funzionamento e ottimizzare la qualità dei servizi forniti.
Attraverso la certificazione, le Stazioni Appaltanti sono sicure di implementare esclusivamente piattaforme di approvvigionamento digitale conformi, anche in termini di interoperabilità secondo il modello definito dalle relative Linee Guida. Seguendo i pattern di interoperabilità stabiliti, la piattaforma fornisce informazioni sull’utente che sta utilizzando la piattaforma e sul livello di garanzia associato alla sua identità digitale.